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paolo

La separazione precoce dalla madre.

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I porcellini d’india alla nascita sono fisicamente maturi: nascono con il mantello completo, hanno occhi e orecchie aperti e possono iniziare a muoversi dopo pochi minuti; inoltre, sebbene l’allattamento persista per oltre tre settimane, i piccoli possono iniziare a mangiucchiare cibo solido già dopo uno o due giorni dalla nascita.

I cuccioli mostrano un attaccamento alla madre che assomiglia molto a quello dei piccoli dei Primati, uomo compreso; pur essendo un animale molto indipendente, il piccolo porcellino ha molta necessità della presenza della madre, non solo prima dello svezzamento, ma anche per settimane a seguire.

Per contro, la madre generalmente mostra poca attenzione ai piccoli, svolge un ruolo passivo e tende a non recuperare i piccoli che si allontanano. E’ quindi soprattutto il forte attaccamento dei piccoli per la madre a tenerli insieme.

Se il piccolo viene separato dalla madre e viene messo da solo in una gabbia non familiare, si innesca una risposta comportamentale e fisiologica bifasica. Inizialmente il cucciolo prende a vocalizzare ad alta intensità e ad aumentare l’attività motoria, una fase attiva detta “di protesta”, volta a ristabilire il contatto con la madre; ma dopo un’ora circa segue una fase di inattività, caratterizzata da comportamenti passivi quali postura appallottolata, la chiusura degli occhi e il pelo arruffato.

post-1528-0-21964800-1354888815_thumb.jp

da Current Directions in Psychological Science 2009; 18: 227-231

Questa risposta del cucciolo è da attribuire all’assenza della madre, piuttosto che alla novità dell’ambiente o allo stare da solo, perché la riunione con la madre (ma non con un’altra femmina) riduce o risolve la risposta passiva.

La separazione dalla madre produce quindi un comportamento molto simile a quello che conosciamo come “depressione”; anzi, l’atteggiamento dei cuccioli durante lo stadio passivo suggerisce un animale fisicamente malato.

E’ noto che la depressione può essere il risultato di una stimolazione infiammatoria e recenti evidenze suggeriscono appunto che la risposta comportamentale passiva nei cuccioli separati dalla madre sia mediata da elementi del sistema immunitario che vengono attivati dall’esposizione allo stress della separazione materna.

Sappiamo che quando l’organismo incontra un patogeno reagisce con una risposta infiammatoria; oggi sappiamo che anche uno stress può stimolare una risposta di fase acuta. In questo caso si avrebbe attivazione di alcune proteine, dette citokine, che agiscono sulle cellule del cervello innescando la risposta infiammatoria; infatti somministrando agenti antinfiammatori per il sistema nervoso centrale il comportamento passivo durante la separazione può essere ridotto o completamente annullato.

L’effetto fisiologico positivo della reintroduzione della madre può consistere nel mitigare l’effetto del processo infiammatorio in atto o nell’attivare meccanismi compensatori che contrastino quelli infiammatori.

La risposta infiammatoria ha lo scopo di favorire l’aumento della temperatura corporea (febbre), per ostacolare la riproduzione dei microrganismi patogeni e incrementare l’efficacia delle difese; anche molti comportamenti associati con la malattia (postura incurvata, tremore, pelo eretto) servono a innalzare la temperatura.

Se cuccioli di cavia vicini all’età dello svezzamento vengono ripetutamente separati dalla madre, il comportamento depressivo si aggrava e la temperatura corporea aumenta rispetto alla separazione iniziale; assistiamo pertanto ad un effetto di sensibilizzazione.

Un tema ricorrente della psicobiologia dello sviluppo è che ogni modificazione precoce dell’ambiente sociale ha effetti sul comportamento e più tardi potrà imprevedibilmente influenzare lo sviluppo attraverso processi fisiologici/patologici.

Così una precoce interruzione della relazione di attaccamento aumenta il rischio di successive malattie, particolarmente se c’è stato un processo di sensibilizzazione nel quale la successiva esposizione ad altre occasioni di stress è amplificata come risultato della precedente esperienza.

Infine, gli studi suggeriscono che per un animale malato appartenente ad una specie altamente sociale e gerarchica, come è il caso del porcellino d’india, il mantenimento delle normali relazioni sociali può essere più importante e dare migliori risultati che non l’adozione di un comportamento passivo da malato, anche se quest’ultimo favorisce i fisiologici meccanismi di guarigione e la conservazione dell’energia.

Al di là di quello che è l’aspetto puramente scientifico di quanto esposto sopra, quali “lezioni” possiamo ricavarne?

1. Sappiamo che i piccoli nei negozi spesso sono stati sottratti anzitempo alle cure materne; lo stesso accade spesso con i porcellini recuperati dalle associazioni di volontariato.

Anche se non possiamo sostituire la presenza materna possiamo alleviare il loro disagio con coccole, attenzioni e compagnia caviosa.

2. Talvolta sono anche realmente malati, le parassitosi per esempio sono molto frequenti nei porcelli provenienti dai negozi; a maggior ragione le attenzioni di un veterinario esperto unitamente alle nostre, e la conoscenza di questi meccanismi frustranti può servire a ristabilire più celermente il loro stato psicofisico.

3. Quando sappiamo di cucciolate che non possono essere tenute aspettiamo a cederli/richiederli che abbiano almeno terminato lo svezzamento, meglio ancora se hanno già 40-45 giorni d’età.

4. I porcellini d’india sanno nascondere i sintomi di malattia, perciò quando notiamo una deviazione dal comportamento normale è possibile che sia il sintomo di qualcosa in corso da tempo: la visita dal veterinario esperto si impone.

E uno stato patologico sarà comunque meglio sopportato e magari vinto mantenendo le relazioni con gli altri porcelli (con l’ovvia eccezione delle malattie contagiose o da parassiti, che richiedono la separazione dagli altri).

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Grazie Paolo anche per questa interessante scheda che ci informa chiaramente sui processi depressivi e fortemente debilitanti per i piccoli allontanati anzitempo da mamma cavia. E' anche ottimo spunto di riflessione.

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Il 7/12/2012 at 15:00, paolo ha scritto:

 

I porcellini d’india alla nascita sono fisicamente maturi: nascono con il mantello completo, hanno occhi e orecchie aperti e possono iniziare a muoversi dopo pochi minuti; inoltre, sebbene l’allattamento persista per oltre tre settimane, i piccoli possono iniziare a mangiucchiare cibo solido già dopo uno o due giorni dalla nascita.

I cuccioli mostrano un attaccamento alla madre che assomiglia molto a quello dei piccoli dei Primati, uomo compreso; pur essendo un animale molto indipendente, il piccolo porcellino ha molta necessità della presenza della madre, non solo prima dello svezzamento, ma anche per settimane a seguire.

Per contro, la madre generalmente mostra poca attenzione ai piccoli, svolge un ruolo passivo e tende a non recuperare i piccoli che si allontanano. E’ quindi soprattutto il forte attaccamento dei piccoli per la madre a tenerli insieme.

Se il piccolo viene separato dalla madre e viene messo da solo in una gabbia non familiare, si innesca una risposta comportamentale e fisiologica bifasica. Inizialmente il cucciolo prende a vocalizzare ad alta intensità e ad aumentare l’attività motoria, una fase attiva detta “di protesta”, volta a ristabilire il contatto con la madre; ma dopo un’ora circa segue una fase di inattività, caratterizzata da comportamenti passivi quali postura appallottolata, la chiusura degli occhi e il pelo arruffato.

post-1528-0-21964800-1354888815_thumb.jp

da Current Directions in Psychological Science 2009; 18: 227-231

Questa risposta del cucciolo è da attribuire all’assenza della madre, piuttosto che alla novità dell’ambiente o allo stare da solo, perché la riunione con la madre (ma non con un’altra femmina) riduce o risolve la risposta passiva.

La separazione dalla madre produce quindi un comportamento molto simile a quello che conosciamo come “depressione”; anzi, l’atteggiamento dei cuccioli durante lo stadio passivo suggerisce un animale fisicamente malato.

E’ noto che la depressione può essere il risultato di una stimolazione infiammatoria e recenti evidenze suggeriscono appunto che la risposta comportamentale passiva nei cuccioli separati dalla madre sia mediata da elementi del sistema immunitario che vengono attivati dall’esposizione allo stress della separazione materna.

Sappiamo che quando l’organismo incontra un patogeno reagisce con una risposta infiammatoria; oggi sappiamo che anche uno stress può stimolare una risposta di fase acuta. In questo caso si avrebbe attivazione di alcune proteine, dette citokine, che agiscono sulle cellule del cervello innescando la risposta infiammatoria; infatti somministrando agenti antinfiammatori per il sistema nervoso centrale il comportamento passivo durante la separazione può essere ridotto o completamente annullato.

L’effetto fisiologico positivo della reintroduzione della madre può consistere nel mitigare l’effetto del processo infiammatorio in atto o nell’attivare meccanismi compensatori che contrastino quelli infiammatori.

La risposta infiammatoria ha lo scopo di favorire l’aumento della temperatura corporea (febbre), per ostacolare la riproduzione dei microrganismi patogeni e incrementare l’efficacia delle difese; anche molti comportamenti associati con la malattia (postura incurvata, tremore, pelo eretto) servono a innalzare la temperatura.

Se cuccioli di cavia vicini all’età dello svezzamento vengono ripetutamente separati dalla madre, il comportamento depressivo si aggrava e la temperatura corporea aumenta rispetto alla separazione iniziale; assistiamo pertanto ad un effetto di sensibilizzazione.

Un tema ricorrente della psicobiologia dello sviluppo è che ogni modificazione precoce dell’ambiente sociale ha effetti sul comportamento e più tardi potrà imprevedibilmente influenzare lo sviluppo attraverso processi fisiologici/patologici.

Così una precoce interruzione della relazione di attaccamento aumenta il rischio di successive malattie, particolarmente se c’è stato un processo di sensibilizzazione nel quale la successiva esposizione ad altre occasioni di stress è amplificata come risultato della precedente esperienza.

Infine, gli studi suggeriscono che per un animale malato appartenente ad una specie altamente sociale e gerarchica, come è il caso del porcellino d’india, il mantenimento delle normali relazioni sociali può essere più importante e dare migliori risultati che non l’adozione di un comportamento passivo da malato, anche se quest’ultimo favorisce i fisiologici meccanismi di guarigione e la conservazione dell’energia.

Al di là di quello che è l’aspetto puramente scientifico di quanto esposto sopra, quali “lezioni” possiamo ricavarne?

1. Sappiamo che i piccoli nei negozi spesso sono stati sottratti anzitempo alle cure materne; lo stesso accade spesso con i porcellini recuperati dalle associazioni di volontariato.

Anche se non possiamo sostituire la presenza materna possiamo alleviare il loro disagio con coccole, attenzioni e compagnia caviosa.

2. Talvolta sono anche realmente malati, le parassitosi per esempio sono molto frequenti nei porcelli provenienti dai negozi; a maggior ragione le attenzioni di un veterinario esperto unitamente alle nostre, e la conoscenza di questi meccanismi frustranti può servire a ristabilire più celermente il loro stato psicofisico.

3. Quando sappiamo di cucciolate che non possono essere tenute aspettiamo a cederli/richiederli che abbiano almeno terminato lo svezzamento, meglio ancora se hanno già 40-45 giorni d’età.

4. I porcellini d’india sanno nascondere i sintomi di malattia, perciò quando notiamo una deviazione dal comportamento normale è possibile che sia il sintomo di qualcosa in corso da tempo: la visita dal veterinario esperto si impone.

E uno stato patologico sarà comunque meglio sopportato e magari vinto mantenendo le relazioni con gli altri porcelli (con l’ovvia eccezione delle malattie contagiose o da parassiti, che richiedono la separazione dagli altri).

 

Ho letto che a tre settimane possono essere separati dalla mamma senza problemi....

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Salve , volevo un po' di aiuta da qualcuno Ke ne sa più di me , 2 giorni fa la mia cavia ha partorito ma i cuccioli sono morti x inesperienza della madre essendo al primo parto , adesso la madre ha iniziato a produrre latte , ma ovviamente non essendoci i cuccioli questo latte rimane tutto lì , devo fare qualcosa x evitare Ke ne continui a produrre?

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Ciao! Mi dispiace!!

non so se il latte viene smaltito in qualche modo, ti consiglierei di fare una telefonata ad un veterinario per esotici e chiedere se serve intraprendere qualche azione!

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