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Breve storia della cavia.

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BREVE STORIA DELLA CAVIA.

La preistoria della cavia.

Oltre 40 milioni di anni fa i caviomorfi progenitori della cavia arrivarono nel Sud America provenienti dall'Africa (a quel tempo non eccessivamente lontana dalle coste dell'attuale Brasile) mediante il cosiddetto rafting. Alcuni di questi lontani antenati dei nostri porcellini assomigliavano agli attuali capibara, che sono tuttora i roditori di maggiori dimensioni esistenti.

Non è quindi un caso se nel 2003 gli archeologi rinvennero in Venezuela il fossile di un animale simile alla cavia, ma di enormi dimensioni, denominato Phoberomys pattersonii, lungo quasi due metri per settecento chili di peso, che visse circa 8 milioni di anni fa, e che rappresenta il più grande roditore mai esistito. Era un erbivoro che viveva sulle sponde dei fiumi, che si estinse perché le sue dimensioni gli impedivano di nascondersi e sfuggire a coccodrilli di dieci metri e a enormi uccelli carnivori.

La cavia è comunque un animale molto antico: sono stati trovati resti fossili di caviomorfi databili a 41 milioni di anni fa!

La cavia nelle Americhe.

Le cavie sono originarie delle savane della regione più settentrionale del Sud America.

Fra le specie più importanti, la selvatica Cavia tschudii, che vive sulle Ande e in Perù, e Cavia aperea, una specie diffusa allo stato domestico dal Venezuela al Cile.

Per le popolazioni che vivevano sulle Ande le cavie rappresentavano un'importante fonte di cibo.

Le piccole dimensioni delle ossa, e l'abitudine di buttarle tra i rifiuti all'aperto, dove venivano divorate dai cani, spiegano perché le cavie siano poco rappresentate nelle raccolte archeologiche e perché sia difficile per gli archeologi collocarne temporalmente con precisione l'addomesticamento. E' possibile però che questo risalga  al 5000 a.C., nell'altipiano a sud di Perù e Bolivia, la regione in cui ancora oggi si trova la cavia selvatica.

Le prime raffigurazioni di cavie risalgono al 200 a.C., e si trovano nella Moche Valley, in Perù.

La cavia aveva un ruolo nel folklore degli Incas, che le allevavano anche per scopi religiosi. Essi ritenevano infatti che avessero il potere di fare uscire gli spiriti maligni dalle persone malate e che fossero in grado di assistere i morenti nel trapasso dal mondo dei viventi all'aldilà.

Oggi le cavie sono molto diffuse nell'America meridionale, dalle cime andine alla pampa. Abitano zone rocciose, savane, i bordi delle foreste e delle paludi, dalla Colombia e dal Venezuela verso sud, fino al Brasile e alla parte più settentrionale dell'Argentina.

In molti villaggi di Bolivia, Ecuador e Perù sono tuttora allevate dalle popolazioni rurali come fonte di cibo, in particolare laddove l'ambiente non permette l'allevamento di ovini e bovini.

La cavia arriva in Europa.

Cristoforo Colombo parlò delle cavie al suo ritorno in Europa, e nel 1554 lo zoologo svizzero Konrad Gesner scrisse il trattato: "Sul coniglio indiano o porcellino". Si supponeva infatti che Colombo avesse aperto una nuova rotta marittima per le Indie, pertanto tutto ciò che arrivava dalle Americhe era definito "indiano".

Dalle colonie spagnole, portoghesi e olandesi nel Nuovo Mondo giungevano verso l'Europa, oltre all'oro e alle pietre preziose, anche mercanzie esotiche come i coloratissimi pappagalli, che divennero ben presto uno status symbol nelle case più abbienti. Assieme ad essi giunsero in Europa (e successivamente nel Nord America) anche la cavia ed altri animali precedentemente sconosciuti.

In Europa le cavie vennero quasi da subito allevate come animali domestici esotici, talvolta trasformate in veri e propri "pets", ossia animali da compagnia. Anche la regina Elisabetta I d'Inghilterra (che regnò dal 1558 al 1603) possedette una cavia, della quale si innamorò, e che divenne un indispensabile accessorio alla moda per tutti i membri della sua Corte, contribuendo alla popolarità di questo simpatico animaletto.

Cavie e medicina.

Purtroppo, a partire dal XIX secolo, i porcellini d'India sono entrati anche a far parte del mondo della ricerca medica, usati inizialmente da Robert Koch e altri batteriologi, negli studi sui microrganismi patogeni. Per tale motivo nel lessico comune si è giunti a definire "cavia" qualsiasi animale da esperimento.

E' comunque grazie alla sperimentazione sul porcellino d'India che si arrivò a realizzare il vaccino antidifterico, che ha contribuito a salvare la vita di milioni di bambini.

Essendo molto sensibili al bacillo della tubercolosi i porcellini sono tuttora utilizzati nei test biologici per la diagnosi di TBC.

E non si deve dimenticare il contributo dato dai porcellini alla genetica, mediante lo studio dell'ereditarietà del colore e del tipo di pelo.

La classificazione.

La cavia domestica è stata classificata per la prima volta  nel 1758 da Linneo, padre della moderna classificazione scientifica, con il nome di Mus porcellus. La cavia ovviamente non appartiene al genere del topo (Mus) e nel 1776 venne più correttamente classificata come Cavia porcellus dallo scienziato ed esploratore tedesco Peter Simon Pallas.

Oggi la classificazione generalmente adottata è la seguente: classe Mammiferi; ordine Roditori; sottordine Istricomorfi; famiglia Cavidi. In realtà il sottordine degli Istricomorfi (cavie, porcospini, cincillà) dovrebbe essere elevato a ordine, al pari dei Roditori propriamente detti, sulla base di evidenze di biologia molecolare.

La famiglia dei Cavidi comprende tre generi. Oltre ai porcellini d'India (Cavia) altri membri di questo genere sono: le cavie della Patagonia, o maras (Dolochotis) e le cavie delle rocce, o mocos (Kerodon).

Tutte le specie sono state usate come cibo dagli uomini, ma solo la cavia è stata addomesticata.

Ultimo aggiornamento: 9 ottobre 2015

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