paolo Segnala messaggio Inviato Giugno 6, 2018 Mazur M e coll. Majocchi's granuloma (granuloma trichophyticum) in a guinea pig owner: a case report and literature review. Journal de Mycologie Médicale 2018; in corso di stampa.Il granuloma di Majocchi è un’infezione dei follicoli piliferi e del derma circostante causata da dermatofiti, più comunemente localizzata sulla pelle degli arti inferiori, particolarmente nelle donne.Il caso clinico.In una giovane polacca di 21 anni si svilupparono pustole e papule pruriginose sulla parte inferiore delle gambe. La paziente non presentava altre patologie e non utilizzava farmaci oltre a quelli prescritti dal dermatologo e non aveva storia di allergie o precedenti patologie dermatologiche. Qualche giorno prima si era depilata l'area in questione. Il primo dermatologo al quale si era rivolta aveva ipotizzato un'infezione batterica e prescritto la terapia topica; le lesioni inizialmente migliorarono, ma appena cessata la terapia aumentarono di intensità. Un successivo antibiotico orale non migliorò la situazione.In seguito allo sviluppo di gravi lesioni infiammatorie la paziente fu avviata al Dipartimento di Dermatologia dell'Università di Poznan.La paziente possedeva un porcellino d'india che fu sottoposto a visita veterinaria. L'animale non mostrava segni di malattia, ma l'analisi di campioni di pelo consentì di identificare la presenza di funghi, poi caratterizzati come Trichophyton mentagrophytes varietas granulosum, come causa della patologia dermatologica osservata.Fu avviata la terapia antimicotica e in sei settimane la malattia fu eradicata.Discussione.Questo raro granuloma fu descritto per la prima volta nel 1883 dal Prof. Domenico Majocchi (1849-1929); è causato da diversi tipi di dermatofiti, maggiormente da Tricophyton rubrum.L'infezione da dermatofiti può avvenire con diverse modalità: contatto con un animale infetto, contatto con una persona malata o portatrice di dermatofiti, contatto con pelle esfoliata o capelli contenenti dermatofiti; l'esposizione a questi fattori, così come a squame epidermiche o frammenti di capelli o di unghie contenenti un grande numero di spore, può essere fonte di infezione fungina in individui sani.La patologia è più frequente in pazienti immunosoppressi, trapiantati, con malattie ematologiche o autoimmuni.Nei soggetti sani un trauma locale della microstruttura della cute, come rasatura o epilazione, può aumentare il rischio di infezione.La diagnostica differenziale della malattia non è semplice a causa della localizzazione e del quadro clinico, presente in molte altre patologie.T. mentagrophytes è un fungo che si trova originariamente sugli animali e che può essere trasmesso all'uomo causando una reazione infiammatoria.Tanto gli animali domestici che quelli selvatici possono essere portatori di funghi patogeni; i portatori più comuni sono i gatti, i porcellini d'india, i topi, i ratti e i criceti.Le immagini che seguono provengono dall'articolo citato.Lesioni cutanee iniziali sulla pazienteSpore di Tricophyton (le numerose palline traslucide) intorno a un pelo in un frammento di cute. Coltura in piastra che mostra la crescita del fungo.Dalla stessa coltura i filamenti e le spore del fungo viste al microscopio.Regressione delle lesioni della paziente dopo 4 settimane di terapia.Sappiamo che T. mentagrophytes è il patogeno zoonotico più frequentemente isolato nel porcellino d'india; gli animali infetti sono spesso asintomatici, ma possono trasmettere i parassiti agli altri pets e agli umani di casa.Anche per questo motivo è buona norma, quando si accolga in caso un nuovo caviottino, non metterlo subito con quelli già residenti e provvedere per tempo a una visita presso un veterinario esperto.Per quanto riguarda la trasmissione di T. mentagrophytes agli umani le elementari buone pratiche di igiene dell'ambiente e personale, unitamente alla periodica toelettatura dei pelosini, dovrebbero essere sufficienti a scongiurare il rischio di contagio.Devo dire che da quando frequento Amicacavia non ho mai letto di iscritti contagiati da parassiti trasmessi dai porcellini. Cita Share this post Link to post Share on other sites
Simo74 Segnala messaggio Inviato Giugno 6, 2018 Interessante e anche un po' raccapricciante...poveretta la Polacca...io mi sarei spaventata a morte!Quindi al porcellino questo fungo non causava nessun sintomo visibile all'uomo?Niente problemi alla pelle o perdita di pelo?Se ho ben capito il pelo è portatore del fungo, così accarezzandolo, tenendolo in braccio o andarsi a posizionare su superfici dove si è lasciato libero il caviotto portatore (letto, divano...) si può contrarre il fungo.Una semplice visita di controllo sulla cavia a questo punto non basta, occorrerà analizzare il pelo con esami particolari, oppure il semplice test dello scotch è sufficiente? Cita Share this post Link to post Share on other sites
paolo Segnala messaggio Inviato Giugno 6, 2018 Il porcellino spesso è "portatore sano" di dermatofiti; ovviamente quando scadono le sue condizioni di salute o quando l'infestazione diventa elevata può ammalare e presentare la classica sintomatologia.I dermatofiti possono passare all'uomo semplicemente tenendo in braccio i porcelli, ma anche in questo caso per subire la patologia occorre avere le difese immunitarie abbassate (stress, malattie) o delle lesioni della cute, come nel caso della paziente polacca citata nell'articolo che si era "depilata meccanicamente" (così cita il testo).Per controllare lo stato della cavia l'ispezione del pelo non sempre è sufficiente e può essere opportuno ricorrere allo scotch test o a biopsie cutanee. Cita Share this post Link to post Share on other sites
lawsonia Segnala messaggio Inviato Giugno 7, 2018 Molto interessante, Paolo. Speriamo di non leggere mai di altri casi simili! Cita Share this post Link to post Share on other sites