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paolo

Effetti positivi dal possesso di un animale domestico.

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Nel 62% delle case degli Stati Uniti è presente un pet, tra essi 77 milioni di cani e 93 milioni di gatti; in Brasile i cani sono 30 milioni, 22 milioni in Cina, 9 milioni in Giappone e 8 milioni in Francia. Troviamo 12 milioni di gatti nelle case brasiliane, 53 milioni in Cina, 7 milioni in Giappone e 9 milioni in Francia.

In Italia le nostre case ospiterebbero 6 milioni di cani e 7 milioni di gatti, mentre i cosiddetti “esotici” sarebbero rappresentati da un milione di tartarughe d’acqua dolce, mezzo milione di piccoli roditori e un altro mezzo milione di animali esotici diversi .

E’ quindi evidente che questa consistente rappresentanza di animali d’affezione di diverso tipo deve giocare un ruolo importante nella vita sociale.

Un recentissimo studio (McConnell AR et al. Friends with benefits: on the positive consequences of pet ownership. Journal of Personality and Social Psychology, 4 luglio 2011) si è proposto di valutare l’effetto del possesso di animali domestici sul benessere dei proprietari, in confronto con persone che non possiedono pets.

In realtà lo studio si compone di tre progetti distinti che si propongono di valutare il grado di benessere dei proprietari di pets (Study 1: Do pet owners enjoy better well-being that nonowners?), la loro realizzazione sociale (Study 2: Pet social needs fulfillment) e gli eventuali preconcetti connessi al possesso degli animali domestici (Study 3: Can pets stave off the sting of social isolation and rejection).

I risultati ottenuti dimostrano che i proprietari spesso sperimentano un miglior stato di benessere psico-fisico, per esempio in termini di autostima, godono di migliore salute e forma fisica, sono più meticolosi, meno timorosi o preoccupati.

Il possesso di animali d’affezione genera l’esigenza di una maggiore socializzazione, con minore tendenza alla depressione e all’isolamento, e che questo non avviene a spese delle inter-relazioni con gli umani.

Inoltre l’animale è sempre un valido supporto sociale per il proprietario, sfatando il mito che vuole che a legarsi agli animali siano gli umani con relazioni sociali più deboli.

Si sottolinea soprattutto l’importanza dell’impatto positivo del possesso di un animale d'affezione sulla quotidianità di persone “comuni”, al di là dei ben noti effetti migliorativi della pet therapy in persone con diverse problematiche.

Chiaramente noi eravamo già ben consapevoli dei benefici effetti indotti dalla presenza dei nostri pelosini.

A proposito degli effetti sulla socializzazione occorre puntualizzare che lo studio in questione era condotto su proprietari di cani; anche chi non possiede un cane può facilmente constatare come i proprietari, incontrandosi per strada, colgano spesso l'occasione per scambiare due parole.

Naturalmente questo è più improbabile con i porcellini d'india, a meno di non munirsi di pettorine e costringerli alla passeggiatina; tuttavia l'esigenza di confrontarsi sulle problematiche del loro allevamento o anche semplicemente il desiderio di presentare ad altri i nostri piccoli amici pelosi, induce a creare un rete di contatti sui siti come il nostro Amicacavia o i social networks.

Io constato continuamente una sempre maggiore estroversione di chi partecipa alla vita del nostro Forum e, spesso, un impegno fattivo nel portare informazione e documentazione nello spirito di condivisione e di aiuto.

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Io constato continuamente una sempre maggiore estroversione di chi partecipa alla vita del nostro Forum e, spesso, un impegno fattivo nel portare informazione e documentazione nello spirito di condivisione e di aiuto.

Questo è un meraviglioso effetto positivo sulla socializzazione ad esempio :love:

poi ci sono anche utenti che si organizzano per conoscersi in manifestazioni ufficiali organizzate come i raduni di AAE o il conigliando ad esempio....

e poi sugli effetti di miglioramento del benessere psicofisoco personale non ci sono dubbi, a me ad esempio accarezzare e coccolare le mie pelosette mi rilassa tantissimo :love:

sarei curiosa invece di sapere quali sono i miti ed i luoghi comuni legati al possesso di animali per vedere se in realtà si potessero sfatare...

Paolo, per caso su quell'articolo sono descritti? potremmo fare un sondaggio ;)

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sarei curiosa invece di sapere quali sono i miti ed i luoghi comuni legati al possesso di animali per vedere se in realtà si potessero sfatare...

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Si citavano appunto (e si sfatavano) il luogo comune secondo cui il rapporto che i proprietari instaurerebbero con i loro animali vada a spese delle relazioni interpersonali con altri umani; e che molti cercano conforto e affetto in un animale quanto più la loro incapacità o impossibilità a creare una rete di contatti sociali.

Per quanto mi riguarda la presenza dei pelosini nel corso degli anni ha migliorato significativamente le mie capacità di relazionarmi con altri. :azn:

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Mi è venuto in mente che in qualche thread un'utente aveva detto di occuparsi di Pet Therapy (di Venerdì sono svogliata, magari cerco più tardi). Di conseguenza, potrebbe essere utile aggiungere riflessioni sul rapporto animale-anziano o animale-bambino, sia in presenza di patologie che in persone considerate "sane".

Per esempio, l'anziano nella maggior parte dei casi ha relazioni limitate, vuoi per difficoltà motorie, per solitudine conseguente alla perdita dei propri cari o altre casistiche simili. Quanto può valere in questa ottica sentirsi ancora utili per qualcuno, sentirsi importanti e non un peso? Vi è mai capitato di parlare con un anziano con almeno un animale? In genere racconta morte, vita e miracoli del peloso, come se fosse la cosa più bella che gli sia mai successa. Avere un argomento di discussione e occuparsi direttamente di una bestiola immagino tenga in "allenamento" le facoltà mentali, relazionali e, perché no, motorie, senza che continui a guardare al passato pensando che "ormai è finita".

Nel bambino credo possa sviluppare un senso di rispetto nei confronti dell'altro, essendo gli animali spesso e volentieri molto diversi da noi, con proprie necessità e modi di comunicare differenti, al pari delle persone. Sul senso di responsabilità nutro un po' di dubbi, ma non ho esperienze dirette. Nel mio immaginario alla fine se ne occupano i genitori. Valuto però l'ipotesi che alcuni bambini possano, per esempio, "impegnare" le loro mance per un peloso tanto desiderato e quindi rendersi conto del peso economico che un animale richiede. Se la bestiola deve mangiare o avere una casetta nuova, il bambino deve rinunciare al giocattolo nuovo o i conti non tornano. Mamme e papà, a rapporto! :-DD

Infine, penso alla persona con patologie o traumi. Chi di noi non ha avuto un peluche da bambino? Magari a quel peluche abbiamo raccontato ogni nostro pensiero oppure il peluche è stato il nostro tramite che ci ha permesso di comunicare col mondo, di farci forza nel momento in cui ci sentivamo soli, di esprimere quello che a un adulto non avremmo mai rivelato. In questi casi, se non ci fosse un peluche, ma un animale? L'animale risponde, ti permette di capire che ciò che fai ha delle conseguenze, ti da affetto. Meglio di così? E anche qui torniamo all'apertura verso il mondo, non alla chiusura. Con un amico che ti capisce e di cui ti fidi, puoi spingerti oltre.

Adesso che mi avete messo la pulce nell'orecchio, cercherò anch'io un po' di documentazione :azn:

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Mi è venuto in mente che in qualche thread un'utente aveva detto di occuparsi di Pet Therapy (di Venerdì sono svogliata, magari cerco più tardi). Di conseguenza, potrebbe essere utile aggiungere riflessioni sul rapporto animale-anziano o animale-bambino, sia in presenza di patologie che in persone considerate "sane".

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L'articolo citato intende valutare l'aspetto meno ovvio, cioè l'effetto della presenza dell'animale d'affezione presso una persona "normale".

L'anziano e il malato possono trovare un giovamento dalla pet-therapy, mentre per il bambino l'animale domestico può anche avere l'immenso valore di "oggetto transizionale".

Sarebbe bello avere una trattazione, anche sintetica, dell'effetto dei pets nelle varie situazioni, ad ampliamento e approfondimento del "qui accanto" topic

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Si citavano appunto (e si sfatavano) il luogo comune secondo cui il rapporto che i proprietari instaurerebbero con i loro animali vada a spese delle relazioni interpersonali con altri umani; e che molti cercano conforto e affetto in un animale quanto più la loro incapacità o impossibilità a creare una rete di contatti sociali.

allora direi che abbiamo abbondantemente sfatato questi 2 :)

Nel bambino credo possa sviluppare un senso di rispetto nei confronti dell'altro, essendo gli animali spesso e volentieri molto diversi da noi, con proprie necessità e modi di comunicare differenti, al pari delle persone. Sul senso di responsabilità nutro un po' di dubbi, ma non ho esperienze dirette. Nel mio immaginario alla fine se ne occupano i genitori.

Per la mi esperienza personale di mamma con un "bimbo" di 11 anni posso dirti come li vive mio figlio le pelosette:

sicuramente penso io al cambio lettiera, la sistemazione, le medicine, il cibo e quant'altro, però mi è capitato spesso di far tardi la sera e di lasciargli il compitino di dare alle pupette merenda e cena (ovviamente la verdura l'avevo già lavata io la mattina) e devo dire che mio figlio meticolosamente lo faceva bene, però credo che se dovesse esser compito suo quotidianamente, probabilmente non ci metterebbe la mia stessa attenzione, per dire potrebbe anche scordarselo a volte, mentre io non potrei mai (è come se mi scordassi di cucinare per mio figlio!)

Di sicuro si responsabilizzano un po' di più, ma sono pur sempre bambini, per cui pretendere da loro che siano padroni perfetti...diciamo che l'onere e la responsabilità principale devono essere dei genitori...

Per quanto riguarda rispetto e comunicazione invece ci staimo lavorando, diciamo che i bambini non nascono già "insegnati" (come si dice dalle nostre parti), sta al genitore cercando di spiegare, e chiarire e rimproverare anche là dove ci sta, e poi ovviamente al carattere del bambino che apprende con più o meno voglia...

L'effetto degli animali sui bambini credo però che sia anche a livello di umore (mio figlio si fa delle gran risatone che viene il cuore a sentirlo), e di compagnia (mio figlio non ha amichetti o cuginetti vicini per cui spesso si trova solo a casa il giorno, e le pelosette indubbiamente gli tengono compagnia) :)

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l'effetto della presenza dell'animale d'affezione presso una persona "normale"

Ma così mi tagliate fuori, io ancora (= alla mia età) "uso" Ichi come "oggetto" transizionale :-[ Voglio una trattazione della definizione di normalità cry.gif

Stupidaggini a parte, sarebbe interessante capire quale campione d'indagine sia stato usato e quali i criteri di valutazione. Ho trovato il testo dello studio (un altro .pdf :-DD). Ammetto di non averlo ancora letto tutto, ma a grandi linee pare che si trattasse di persone sulla trentina, in qualche modo legate all'ambiente universitario e che l'indagine sia stata unica, quindi una sola valutazione in un determinato periodo, quindi non c'è il confronto tra il prima e il dopo l'arrivo del peloso o il prima e il dopo particolari eventi. Sono rimasti fuori un po' troppi fattori per i miei gusti. Sono polemica oggi, ignoratemi :P

Rimane che è un buono spunto da cui partire per riflettere su di noi.

Ignorando per poco la mia "anormalità", non noto sostanziali cambiamenti, se non appunto la presenza in questo forum. Non conoscendo nessuno che abbia una cavia, uno dei miei primi pensieri è stato cercare un modo di condividere le esperienze, i pareri, le "strategie", ma credo sarebbe stato lo stesso se avessi deciso di comprarmi una nuova macchina per il caffé (abbiate pietà, non mi è venuto in mente altro). Il problema è che, per quanto le relazioni diventino solide, spesso non si concretizzano (ad eccezione di eventuali raduni, come già detto), quindi non sono in grado di dire che Ichi ha ampliato il mio "tessuto sociale".

Lo stesso discorso vale per i momenti di pace e tranquillità mentre me lo spupazzo (o pulisco le cacchette a mano!) o i sorrisi che mi spuntano nel vederlo correre o selezionare i fili di fieno. Me li ha regalati Ichi, ma lo sento come "qualcosa in più" e che avrei potuto trovare anche altrove, non per forza in un animale. In sintesi, niente è cambiato nel mio benessere psico-fisico, nella mia autostima o quant'altro. Ho "solo" un cosetto peloso e buffissimo in più che soddisfa il mio ego, permettendomi di prenderme cura.

Meglio mi teniate fuori dalla futura indagine, continuo a votare per i benefici per gli "anormali" e non per i "normali" ):-

Appena ho tempo, comunque, cerco davvero documentazione su animali e soggetti "anormali", maledette pulci <_<

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Ho trovato un articolo carino :azn:

Si tratta sempre di un argomento borderline, sarà che non c'è una netta divisione tra "normali" e "anormali".

Cito alcuni punti:

Il lavoro monotono, la scuola snervante. L'autobus che si fa aspettare, il traffico bloccato, il posteggio che non si trova mai. Le scale interminabili, il vicino insopportabile, le chiavi di casa che si incastrano nei pantaloni. L'uscio di casa che si apre …e una enorme massa canina che ululando si avventa contro, ci butta a terra e comincia a leccare ogni centimetro quadrato di pelle nuda: solo per farsi perdonare di aver masticato le nostre ciabatte preferite? Può essere, può essere; ma può anche essere che il coinquilino a quattro zampe ci stia sottoponendo, a nostra insaputa, ad una seduta di Pet therapy.

Pensateci bene: non vi sembra che lo stress accumulato stia svanendo? Che la pressione stia calando? Che le tensioni muscolari accumulate si stiano allentando? Non vi sentite maggiormente in pace con voi stessi e con il mondo? Se la risposta è si, non ci sono dubbi: benvenuti nella grande famiglia di chi utilizza la terapia animale.

Chi ama gli animali lo sa bene. Accarezzare il nostro gatto che, acciambellato sulle nostre ginocchia, ci fa le fusa, giocare a rincorrersi con il proprio cane, spazzolarlo, dargli da mangiare, accudirlo quotidianamente, rilassa, rende più sereni, insomma, fa bene alla nostra salute. Lo conferma la miriade di psicologi, psicanalisti, sociologi, educatori, medici e veterinari che oggi sono alle prese con questa nuova forma di terapia adatta non solo alle persone deboli, malate, handicappate o semplicemente anziane, ma a chiunque ami gli animali. Dal rapporto con gli animali scaturisce un rapporto sereno, spontaneo, sincero, corrisposto e tanto appagante da diventare un aiuto al benessere mentale e fisico dell’uomo, specialmente in quelle situazioni in cui, per varie ragioni, i contatti interpersonali sono alquanto limitati.

Soprattutto oggi, che si vive in ambienti devitalizzati come la città, in nuclei familiari ridottissimi, quando non si è single, tocchiamo con mano che l’uomo ha bisogno degli animali, perché il loro rapporto è chiaro, pulito, semplice. Un animale familiare diventa un nuovo ma, al tempo stesso, vecchissimo mezzo di equilibrio mentale e di contatto con la naturala presenza di un animale può portare una ventata di vivacità. Ecco allora che può diventare il tramite per valicare il muro del silenzio costruito dal figlio adolescente, concentrare i discorsi di tutti innescando il dialogo. Anche nella vita di coppia un cane o un gatto hanno spesso una funzione molto delicata, compensando in parte la mancanza di un bambino o il vuoto che hanno lasciato i figli che si sono sposati.

Prosegue con la storia della Pet Therapy (l'altro thread è chiuso).

Ora, non fate domande sulla mia modalità di associazione delle idee. Mi è tornato in mente un libro (tra gli altri mille) che come al solito non c'entra niente ("Il bambino arrabbiato", Alba Marcoli, 1996).

Quando ognuno di noi è nato, si è trovato, come ogni cucciolo dell'uomo, a essere completamente in mano agli altri e senza di loro e le loro cure non sarebbe potuto sopravvivere. E' stato da chi ci ha circondato che abbiamo ricevuto affetto, nutrimento, protezione e abbiamo a poco a poco assorbito tutto ciò che abbiamo imparato, dal sorridere, al parlare, al camminare e così via. Ne è nato un gioco di rispecchiamenti e di rimandi fra noi e gli altri che è stata una delle nostre prime e fondamentali esperienze psicologiche e che ha posto le fondamenta della costruzione della nostra identità. Da questo primo momento poi ognuno è partito per la propria specifica esperienza di vita e per il proprio cammino.

Questo gioco di rispecchiamento fra noi e gli altri, tuttavia, non cessa del tutto, ma continua in genere un po' per tutta la vita anche se con modalità diverse e in modo generalmente meno accentuato perché è diverso il bisogno che ne è alla base. Di solito siamo più in pace anche con noi stessi se dagli altri ci viene un rimando positivo su quello che facciamo e siamo, anche quando questo non è essenziale alla nostra autostima.

Riassumo il mio filo "logico"? Non sarà essenziale per la nostra autostima, non sarà una modalità esclusiva, ma un topino che ci offre sempre un rimando positivo su ciò che facciamo con e per lui forse qualcosina ce lo da davvero anche se non ce ne rendiamo conto.. :-[ Più autostima, più apertura verso il mondo. Toccherà che vada in analisi ora ):-

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Prosegue con la storia della Pet Therapy (l'altro thread è chiuso).

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E' chiuso perchè è in forma di scheda, cosa che serve a favorirne la leggibilità.

Tu puoi aprire un topic qui o in "Commentiamoci" (però "Commentiamoci" dovrebbe più precisamente servire a commentare i topic in forma di scheda).

E a proposito delle "schede" ricordo a tutti che non sono qualcosa di immutabile, altrimenti diventerebbero obsolete; se avete dei contributi per l'aggiornamento, o desiderate realizzarne una rielaborazione, contattate lo staff e provvederemo insieme a modificare la scheda.

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Cito da Nici, che ringrazio per gli approfondimenti :love: :

"può anche essere che il coinquilino a quattro zampe ci stia sottoponendo, a nostra insaputa, ad una seduta di Pet therapy".

Avrei voluto aprire topic più avanti, ma mi pare che possiamo tranquillamente continuare ora in questo.

Desideravo cioè chiedervi notizie sugli effetti della pet-therapy domestica (più avanti parleremo della human-therapy sui porcelli):

più precisamente, per chi ha la possibilità di avere un contatto con i porcellini, cioè tenerli in braccio per un po', se ricavate un reale giovamento da questo contatto in termini di benessere psicofisico e da quali segni-sintomi-atteggiamenti potete stabilire l'effetto positivo.

La mia esperienza positiva personale si realizza al momento soprattutto con Nerone, perchè Tiberio quando è in braccio è sempre un po' troppo cinetico: cambia spesso posizione e talvolta sembra non essere del tutto a suo agio.

Nerone invece è molto tranquillo per cui lo prendo con me quasi tutte le sere; mi sdraio sul divano e lo poggio sul mio petto. I primi tempi stava a lungo "in guardia", ora si rilassa quasi subito: si allunga tutto o si mette "a banana" e io lo accarezzo piano.

Spesso mi addormento o quasi, anche se c'è la televisione accesa, e questo per me (che ho il sonno non troppo facile) è il sintomo di un profondo benessere.

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Ho notato lo stesso effetto soporifero, sinceramente :blink:

A "fine serata" Ichi viene sul letto per la spazzolata quotidiana e poi rimaniamo a farci le coccoline (e poi lo rispazzolo perché lo rendo uno spaventapasseri :idiot:). Mi cala proprio l'abbiocco anche se non è il mio "orario", vuoi per il movimento ciclico della mano per accarezzarlo, vuoi perché mi prendo quei minuti per stare solo con lui in silenzio e mi dedico solo a lui, senza altri pensieri. Sto risparmiando sulla valeriana :-DD

D'altra parte, mi accorgo più volte nell'arco della giornata di avere il sorriso stampato in faccia (è quasi una rarità) solo perché mi guarda con la sua faccetta buffa. Mi viene voglia di mangiarlo di baci :-[

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A me rilassa accarezzarle, una la accarezzo ma non si fa prendere, l'altra si e sta buona buona sulla cuccetta, la accarezzo e lei si addormenta, per me é il contrario, si addormentano loro, ma io mi rilasso a coccolarle, fare i grattini, smuovere il pelo...e quoto il sorriso e le risate x le cose buffe che fanno :D

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