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paolo

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Tutti i contenuti di paolo

  1. Ma insomma, un po' di privacy che diamine! Bello piccino!
  2. Puoi farle incontrare sotto la tua supervisione e vedere come si comportano, pronta a dividerle se dovessero azzuffarsi. Metti qualche foglia o altro premio in cibo qua e là e vedi cosa accade.
  3. paolo

    I ratti sognano il cibo!

    Ratti e cavie appartengono all’ordine dei roditori, quindi non è impossibile che quanto riportato per i ratti accada anche per le cavie; e visto l’appetito dei nostri porcellini non mi sorprenderebbe se il cibo fosse un importante e piacevole soggetto anche dei loro sogni. A questo punto faccio una proposta: realizzare un esperimento (quasi) scientifico con i nostri porcellini, creando una sorta di percorso con un’alternativa destra/sinistra e mettendo ben visibile in fondo a una delle due branche del percorso del cibo a loro particolarmente gradito. Portiamo i porcelli davanti al “bivio” in modo che possano vedere chiaramente il premio, poi riportiamoli nella loro casa. Dopo un’ora circa, dopo aver rimosso il cibo, li riposizioniamo davanti al bivio e li lasciamo liberi di scegliersi una direzione. Potremo verificare se conservano memoria del cibo presentato in precedenza (meglio incentivarle mostrando loro il premio a distanza dal pasto precedente, anzi, senza altro cibo a disposizione in modo da invogliarle). Riportate qui i vostri risultati e, se potete, fotografate o filmate il set dell’esperimento e il comportamento delle vostre cavie.
  4. paolo

    I ratti sognano il cibo!

    Mi stavo documentando sui danni cerebrali causati da una carenza di vitamina C nella cavia, con particolare riguardo a quella struttura nota come “ippocampo”, quando mi sono imbattuto in un articolo relativo al sogno nei ratti. Del sogno nella cavia ci siamo già occupati in Forum () e per questo motivo, trattandosi comunque di roditori, ho pensato che un cenno ai ratti potesse essere un interessante complemento. L’ippocampo è una parte del cervello importante per la formazione dei ricordi a lungo termine e per l’orientamento. L’ippocampo (struttura in colore rosa) all’interno del cervello umano (in alto) e di roditore (in basso). All’interno di tale struttura si trovano dei neuroni definiti “cellule di posizione” (place cells) la cui attività è direttamente collegata alla posizione che il corpo occupa nello spazio e che sono quindi in grado di formare una mappa ben organizzata dello spazio circostante. In pratica, queste cellule consentono di rispondere alla domanda "dove mi trovo?" e sono una delle componenti fondamentali dell'orientamento e sono presenti, anche nell'uomo, fin dalla nascita. Si pensava che le cellule di posizione potessero formare una mappa solo quando è in atto uno spostamento fisico nello spazio circostante, ma recentemente abbiamo scoperto che le persone con l’ippocampo danneggiato avevano problemi a immaginare scenari futuri. Per esempio, i pazienti ai quali si chiedeva di immaginare se stessi distesi sulla spiaggia di un’isola tropicale affermavano di avere difficoltà a creare nella propria mente una scena coerente. Si è allora ipotizzato che le cellule di posizione formassero una mappa nello spazio non solo durante un’esplorazione fisica, ma anche mentale e ciò spiegherebbe il motivo per cui quei pazienti erano incapaci di costruire mentalmente dei luoghi immaginari ed elaborare pensieri su episodi non ancora avvenuti. Anche i ratti, come gli esseri umani, memorizzano nell'ippocampo le mappe mentali dei percorsi che si trovano a compiere. Esperimenti passati hanno chiarito che le place cells sono attive anche quando un ratto sogna di luoghi in cui è già stato e non solo mentre si trova sul posto. I ricercatori dell'University College London hanno voluto verificare se lo stesso accada anche per i luoghi in cui i ratti non sono ancora stati. Allo scopo i ricercatori hanno collocato alcuni ratti davanti a un percorso a "T" con il braccio superiore chiuso da una barriera trasparente; nella parte non accessibile del cunicolo si poteva intravedere da un lato un boccone di cibo mentre l’altro, invece, era vuoto. Dopo aver lasciato che i ratti osservassero il cibo, li abbiamo messi in una comoda tana dove hanno potuto schiacciare un pisolino per un’ora, monitorati da numerosi elettrodi che hanno registrato l'attività dei neuroni di posizione. Una volta svegli, gli animali sono stati introdotti di nuovo nello stesso percorso, nel quale erano stati nel frattempo rimossi la barriera e il cibo. Come prevedibile i ratti si sono mossi con piglio sicuro verso il braccio in cui avevano visto la ricompensa: come se avessero potuto "ripassare" il percorso durante la siesta. I neuroni di posizione che si sono "accesi" mentre camminavano sono stati gli stessi (e nello stesso ordine) attivatisi durante il sonno. Diversi da quelli relativi alla parte di percorso in cui non era presente il cibo, ignorata sia nel sonno, sia nella realtà. Schema dell’esperimento. Il premio in cibo è rappresentato dal dischetto giallo nel braccio destro del percorso nella sequenza iii). Riassumendo: ai ratti è stato mostrato del cibo e anche quando questo non era più nel raggio visivo degli animali, essi continuavano a pensarci, creando possibili scenari futuri. Durante il periodo di riposo, infatti, le cellule di posizione che avrebbero poi fornito la mappa relativa al sentiero col cibo erano attive, mentre le cellule che rappresentavano il segmento vuoto non lo erano. Questo significa che l’ippocampo stava simulando o preparando dei percorsi futuri che conducevano all’oggetto desiderato. La scoperta supporta le teorie secondo le quali l'ippocampo è una struttura fondamentale che costruisce in continuazione pensieri relativi ad avvenimenti futuri. Se i ratti sognino veramente o meno è una cosa ancora poco chiara, ma ciò che è decisamente evidente è che loro sono in grado di prevedere il futuro, cioè qualcosa che deve ancora accadere proprio durante il loro sonno. In questo senso i ratti sarebbero molto simili a noi, in particolar modo sulla capacità di interrogarsi su ciò che riserva il futuro. Fonte: Olafsdottir HF e coll. Hippocampal place cells construct reward related sequences through unexplored space. eLife 26 giugno 2015.
  5. Buon compleanno, ciao!

  6. Benvenuta! Che nomi carini! Aspettiamo di vederle anche in foto! Essendo entrambe molto giovani io credo che stabiliranno presto una gerarchia e troveranno un equilibrio. In questa fase sarebbe importante fornire molto spazio a disposizione e tutto doppio: casette, ripari, ciotole, beverini ... A tutti i nuovi iscritti raccomando sempre la visita presso un ottimo veterinario. Non esitare a chiedere per qualsiasi dubbio tu abbia.
  7. Va bene anche un micetto, basta sorvegliarli quando sono insieme.
  8. Come sempre mi accade questi racconti nascono all’improvviso, da un’immagine o da qualcosa che ho ascoltato; provo l’urgenza di scriverli. Nascono quasi completi e solo da rifinire; per scrivere questo non credo di aver impiegato più di 20 minuti. Nel racconto ci sono delle cose vere, come il piccione, e delle cose di fantasia. E’ una piccolissima cosa, ma spero che l’abbiate gradita. L’immagine che correda il racconto è di Giorgio De Chirico. "Maliconia e mistero di una strada". Per me rappresenta alla perfezione l'atmosfera malinconica di certi pomeriggi assolati e solitari.
  9. Vivo da solo, con Camilla s’intende, e in certi momenti mi annoio un po’. Soprattutto la domenica pomeriggio. Qualche domenica fa tornavo dalla piscina dove ero andato a nuotare un po’ e mentre stendevo l’accappatoio umido sul terrazzo ho visto un piccione volare verso di me; un vecchio piccione piuttosto massiccio e con una penna che sporgeva un po’ da un’ala, forse il ricordo di una contesa con un giovane rivale o con qualche gatto randagio del quartiere. Se non fosse stato per quella penna un po’ storta credo non lo avrei neppure notato. L’ho rivisto la domenica pomeriggio successiva e poi quella dopo ancora, sembrava proprio guardare me. Allora ho tirato fuori una vecchia sdraio, mi sono seduto comodamente, ho steso le gambe, e ho rivolto il viso verso il sole deciso a godermi il tepore primaverile. Lui, lo chiamerò così, come una persona, si è avvicinato anche se non troppo e si è accoccolato sul parapetto a qualche passo di distanza. Sono stato una mezz'oretta a godermi il sole sul viso, poi l’ho salutato cortesemente, come si deve a una piccione già di una certa età, e sono rientrato. E’ diventato un rito della domenica pomeriggio. Quando ritornavo dall’allenamento lui era lì ad aspettare; mi sono reso conto che non lo vedevo negli altri giorni. Ho preso l’abitudine di chiacchierare con lui: gli raccontavo che avevo impiegato un minuto in meno per fare il solito numero di vasche, che il giorno dopo sarei dovuto andare con Camilla dal veterinario, di certe giornate senza stimoli e con troppo tempo da trascorrere, dei posti che mi sarebbe piaciuto andare a visitare e nei quali non ero ancora stato. Anche lui raccontava qualcosa, un tubare veloce, che certe volte si alzava di tono raggiungendo note epiche quando, immagino, mi raccontava delle sue imprese giovanili e di quanti posti avesse visto dall’alto. Avevo anche preso l’abitudine di portare con me un pochino di pane e dargli qualche briciola; le accettava, ma senza ingordigia, con sobrietà, come se le considerasse semplicemente una cortesia tra amici. Chiacchieravamo al sole e dalle case intorno proveniva il sottofondo delle radio che trasmettevano la partita di calcio, le risate dei giochi dei bambini, talvolta qualche litigio familiare. Abbiamo trascorso così tutta la primavera. Poi un pomeriggio è arrivato a posarsi sul solito posto sul parapetto. Ho preso a raccontare qualcosa, poi anche lui ha detto qualcosa, tubando con un tono grave che non gli avevo mai sentito prima. Ho capito che mi stava salutando. Quando sono rientrato ho visto che mi fissava e sembrava quasi sorridere. Non l’ho più rivisto. Immagino che dovesse volare verso altri cieli o forse aveva sentito il richiamo di un Cielo ancora più alto. Non ho mai pensato a dargli un nome e non ho idea di come potesse chiamarsi tra i suoi simili. Ma è stato il mio compagno di tanti pomeriggi assolati e gli sono grato per questo. Ciao piccolo amico pennuto, sono certo che un giorno ci incontreremo nuovamente, magari su bel prato fiorito e profumato, e riprenderemo a raccontarci i nostri pensieri.
  10. L'unico sistema è infilare una o due dita in bocca al pelosino e cercare di estrarre il corpo che minaccia di soffocare, naturalmente facendo attenzione e non spingerlo ancora più in basso. Non mi preoccuperei del rischio di essere morsicati, penso che la cavia in quel momento sia terrorizzata dalla sensazione che prova e comunque anche se l'operazione mi costasse un morso non me ne farei alcun problema.
  11. Tra gatto e cavia non dovrebbero esserci problemi, in genere tendono ad ignorarsi perchè hanno abitudini e alimentazione totalmente differenti. All'inizio però attenzione perchè un micetto potrebbe involontariamente far male alla cavia cercando di giocare con essa.
  12. Alcune cavie amano giocare col beverino. Bisogna badare che non si infradicino il pelo sotto il musetto. Sospendi pure quel cibo fioccato.
  13. Si possono salvare solo i cilindretti d'erbe; butta via il restante fioccato che può solo fare male alla cavia (e al coniglio).
  14. Sinceramente non conosco il cibo del quale parli, quindi non conosco neppure i problemi associati al consumo d'acqua. A questo punto ti direi di eliminarlo subito ed eventualmente sostituirlo con pochissimo pellettato di sole erbe.
  15. Dimenticavo: se vuoi togliere quel cibo confezionato sarebbe opportuno diminuirlo gradualmente.
  16. Sono carinissimi! Se mi permetti, la carta non va bene come lettiera: si inzuppa subito e può essere ingerita provocando dei blocchi. Una lettiera efficace ed economica è il pellet di legna per riscaldamento, forse un po' difficile da reperire in questa stagione. Altrimenti lettiere in pellet di carta o canapa, panni in pile, traversine assorbenti. La cavia è un erbivoro obbligato; in natura si ciba di erba spontanea che in città non è semplice da reperire. Il fieno è il naturale sostituto, ma per quanto indispensabile (fibra per l'intestino e fitoliti per i dentini) è poverissimo di nutrienti, quindi occorre dare anche verdura fresca di stagione e varia. Il cibo pellettato può essere dato in minima quantità a titolo di contentino, ma solo se è di ottima qualità e privo di semi e cerali vari.
  17. Ciao Angela! In letteratura trovi alcuni record di longevità, cavie da Guinness, con oltre 10 anni d'età. Nella pratica del nostro Forum diciamo che 7-8 anni è già un ottimo risultato. Ovviamente per contribuire a una lunga vita sono necessarie un'alimentazione e una gestione corretta, pesarli regolarmente e la visita periodica (almeno annuale, meglio semestrale) dal veterinario di fiducia. Carezzine a Freak!
  18. Benvenuta! Gli inserimenti devono essere sempre fatti con molta gradualità e prudenza e direi che tu stai facendo tutto bene. Direi che il grande sta accettando il cucciolo: il "brrrr" e il girargli intorno fanno parte dei soliti rituali per stabilire e mantenere la gerarchia, che inizialmente hanno portato alla zuffa e ai tentativi di monta. Se ti pare che lasciandoli insieme non ci siano zuffe, ma gradiscano la reciproca compagnia, puoi tenerli insieme sorvegliandoli ovviamente con attenzione. Hanno molto spazio a disposizione e questo è importantissimo, per i momenti in cui non desiderassero incontrarsi. Da quello che scrivi sembra che stiano facendo amicizia senza problemi; considera comunque che quando il cucciolo sarà cresciuto e avrà raggiunto la maturità potrebbe a sua volta cercare di diventare il dominante nel recinto e potrebbe esserci qualche baruffa; ma per ora c'è tempo. Se vorrai facceli conoscere meglio, magari con qualche foto.
  19. Bene, la cosa importante è riuscire ad alimentarlo anche in questo momento di difficoltà. Quando comincerà a crescere il dentino nuovo potrai gradualmente passare alla verdura sminuzzata, poi sempre più grande. L'importante è invogliarlo a masticare, per quanto possibile, per evitare che gli altri denti crescano troppo non avendo materiale contro il quale limarsi. Portalo comunque a vedere dal vet. Tante carezzine al piccolo!
  20. Benvenuta! Mi dispiace per l'accaduto! Ovviamente i dentini ricrescono, ma lentamente. Se riesci, senza fargli male, prova a staccare il dentino traballante. Poi puoi aiutare Brownie dandogli la verdurina spezzettata perchè lui riesca a mangiarla, nel caso peggiore la puoi frullare e darla con la siringhina senz'ago. Se mangia, ma poco, oltre a somministrare la verdura con la siringhina, puoi dare del critical care o simili o fare delle pappette con del cibo pellettato di qualità. Puoi diluire la verdura e il cibo in polvere con acqua, succo di frutta o infuso di fieno. Più avanti dovrai comunque andare dal vet anche per verificare come cresce il dentino nuovo. Tante carezzine al tuo piccolo!
  21. Cito dal libro "Voglio una cavia" del dott. Melillo: "L'appetito robusto è una delle caratteristiche principali dei porcellini d'India". Detto questo, è ovvio che non si deve esagerare con la proposta di cibo, perchè una cavia in sovrappeso sarebbe più vulnerabile a diverse patologie. Segui quindi le linee guida proposte da Simo74. Inoltre occorre evitare proposte di cibo "su richiesta", altrimenti non avrai più pace. Mantieni i tuoi orari, che vanno benissimo.
  22. Mi fa veramente piacere che tu abbia voluto condividere la tua esperienza! Questo topic è sempre aperto per chi avesse piacere di partecipare e le vostre storie saranno sempre graditissime! Non farti problemi a prendere i tuoi piccoli per una sessione di coccole; osservandoli con attenzione potrai capire come preferiscono essere accarezzati e quando desidereranno tornare a casa. E metti sempre un panno tra loro e te
  23. Cerca di inserire più tipi di verdura possibile, variando anche fra un pasto e l'altro con quei 2-3 tipi di vegetali diversi dal pasto precedente. Abituala a tanti sapori diversi. Quei versetti indicano l'aspettativa e il piacere per il cibo che sta arrivando. Quanto ai morsichini, io dico sempre che sono come i bambini molto piccoli: esplorano il mondo anche con gli assaggi. Sente sulle dita l'odore della verdura e procede con l'assaggio; imparerà che non sono cibo. La gabbia è un po' piccola, se puoi lasciala il più possibile aperta realizzando un recinto intorno. Aspettiamo sempre una foto della piccina!
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