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paolo

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  1. Beh, oggi è la festa dei lavoratori, mi sembra appropriato...
  2. Proprio ieri ho avuto l’opportunità di portare ad un piccolo pubblico una breve presentazione, una decina di minuti, sulla storia della cavia. La pubblico anche in Forum perché sintetizza, e in qualche dettaglio corregge, le precedenti schede della serie “Alle più lontane origini della cavia” che rimangono comunque il riferimento per gli approfondimenti. Spero di farvi cosa gradita, buona lettura! Introduzione. La cavia o porcellino d’india (i due termini sono sinonimi), per la scienza Cavia aperea porcellus, è un piccolo roditore erbivoro conosciuto anche con il nome di “cavia peruviana”: in realtà la cavia non è originaria dell’America meridionale, ma vi è arrivata molto tempo fa, dopo un lungo viaggio e questa è proprio la storia che vorrei raccontarvi, dalle lontanissime origini e fino ai giorni nostri. Le origini. La nostra storia inizia circa 70 milioni di anni fa, quando sulla Terra si verifica un'estinzione di massa; spariscono i dinosauri, insieme a moltissime altre specie viventi, e questo evento consente ai piccoli Mammiferi di diffondersi. Tra questi anche i lontanissimi progenitori della cavia (gli Istricognati) che inizialmente vivevano nell’Asia centrale e da lì si sarebbero diffusi nell'Europa e nel continente africano. E proprio nel Nordafrica, nel deserto libico, sono stati rinvenuti i resti di un roditore che viene considerato il primo rappresentante noto di caviomorfo. Ma se i progenitori della cavia hanno un'origine africana, come hanno fatto a diffondersi nell'America meridionale che popolano tutt'ora, come l'hanno raggiunta? Il viaggio di andata. Ai nostri giorni attraversare l'Atlantico non è così complicato, con l'aereo occorrono solo poche ore. Ma come avranno fatto i nostri eroi? Il modello attualmente accettato per spiegare questa traversata a partire dalle coste atlantiche del Nordafrica è quello delle "isole galleggianti". Ma cosa sono le isole galleggianti? Un'isola galleggiante è composta da una massa di vegetazione, materiale organico e sedimenti tenuti insieme da un reticolato di rizomi, radici e steli, che si stacca dalla terraferma e viene trasportata dalle correnti fluviali e marine. Sono state descritte già nell'antichità e i più antichi riferimenti risalgono a Seneca e a Plinio il Vecchio che le descrivono sulle rive del Tevere. Vi cito un episodio. Nel 1902 una nave norvegese in rotta da Cuba verso gli Stati Uniti incontrò nel Mar dei Caraibi una grande isola galleggiante che si muoveva a bassa velocità e su di essa un gran numero di palme cariche di noci di cocco. Il capitano fece calare una scialuppa per approdare sull'isola dove lo attendeva una sorpresa: in cima agli alberi c'erano diverse scimmie che presero a bersagliare i marinai con le noci di cocco. Ma il resoconto del capitano non finisce qui: il giorno successivo incrociarono una seconda isola galleggiante, che a differenza della precedente ospitava un nutrito stormo di pappagalli; quello che sembrava essere il patriarca della tribù li apostrofò con imprecazioni in lingue diverse, dal che si dedusse fosse un animale da compagnia perdutosi o fuggito. Ma torniamo al nostro viaggio. Al tempo in cui si svolge la nostra storia la distanza tra Africa e America meridionale era decisamente inferiore all'attuale (figura 1). I modelli matematici hanno rivelato che 50 milioni di anni fa l'oceano Atlantico meridionale poteva essere attraversato da un'isola galleggiante, sfruttando le correnti e i venti favorevoli dell'epoca, da un minimo di 5 ad un massimo di 8 giorni; è probabile che i nostri navigatori abbiano approfittato di questa opportunità per il loro viaggio transatlantico, perchè i più antichi fossili americani risalgono a 41 milioni di anni e la loro presenza nel continente deve essere certamente precedente. La diffusione nelle Americhe. Comunque, una volta arrivati nel Nuovo Mondo questi ardimentosi pionieri si trovarono evidentemente a loro agio e presero a popolare il continente. Grazie ai fossili conosciamo il loro aspetto: avevano la coda e non sarebbero sembrati troppo diversi da un topolino; la cavia come la conosciamo noi "nasce" solamente due milioni di anni fa, un tempo minimo nella scala evolutiva. I più antichi fossili di questi antenati provengono dal Perù, quindi sorge spontanea una domanda: se sono sbarcati sulla costa atlantica del continente, come mai li ritroviamo in riva al Pacifico? Nella parte nord-occidentale del continente sud-americano c'era, e c'è tutt'ora, un imponente bacino fluviale creato dal Rio delle Amazzoni e dal fiume Orinoco (figura 2). E' probabile che una volta raggiunta la terraferma le cavie si siano inoltrate all'interno seguendo questi corsi d'acqua, perchè dove c'è acqua c'è vegetazione e quindi le condizioni ideali per sopravvivere, e abbiano così raggiunto la costa del Pacifico. Ma cos'altro accadeva proprio in quel periodo? Tra 50 e 45 milioni di anni fa nasceva la cordigliera delle Ande e le antiche cavie, insieme a molte altre specie, rimasero parzialmente confinate tra le montagne e il mare. Più a nord non si poteva andare, perchè all'epoca dei fatti l'America meridionale era un'isola, l'istmo di Panama arriverà ad unirla con l'America settentrionale solo pochi milioni di anni fa, quindi dagli attuali Ecuador e Perù proseguirono verso sud, sul versante pacifico del continente, verso il Cile e ancora più a sud fino alla Patagonia. L'incontro con l'uomo. Passa il tempo e finalmente la cavia incontra l'uomo. L'uomo ha popolato le Ande fin dalla preistoria e intorno al 5000 a.C. i pastori che vivevano sulle Ande hanno addomesticato la cavia come fonte di cibo e per usi rituali. Ma quando gli Europei incontrano la cavia? Certamente la cavia fu "scoperta" durante i viaggi di esplorazione di Cristoforo Colombo. Colombo potrebbe aver incontrato la cavia nel corso del secondo viaggio quando, nel 1493, raggiunse le isole Grenadine e le Antille, dove le cavie sarebbero state portate dalla terraferma dagli indigeni. E sicuramente Colombo ebbe l'opportunità di incontrare questo animaletto nel corso del suo terzo viaggio, nel 1498, quando raggiunse veramente per la prima volta il continente sudamericano esplorando l'isola di Trinidad e il delta del grande fiume Orinoco lungo le coste dell'attuale Venezuela. Quindi, in assenza di ulteriori fonti documentali, al momento possiamo solo affermare che l'incontro tra le cavie del Nuovo Mondo e gli umani del Vecchio Mondo ebbe luogo tra il 1493 e il 1498. Il ritorno. Bene, siamo a buon punto nella nostra storia, ora dobbiamo parlare del "viaggio di ritorno". Dal Nuovo Mondo giungevano verso l'Europa oro, spezie, legname e pietre preziose, ma anche animali precedentemente sconosciuti, come la cavia. Cavie venivano imbarcate a bordo di navi spagnole, portoghesi, olandesi e inglesi per essere portate in europa a titolo di esotica curiosità, ma anche come fonte di cibo fresco a bordo. In Europa le cavie ebbero da subito successo. Anche la regina Elisabetta I d'Inghilterra (che regnò dal 1558 al 1603) possedette una cavia e per emulazione questa divenne un indispensabile accessorio alla moda e un simbolo di prestigio per tutti i membri della sua Corte, cosa che contribuì alla popolarità di questo simpatico animaletto (figura 3). Successivamente divenne relativamente comune in Europa, anche a causa della sua prolificità, e prese ad essere acquisita come animale da compagnia anche presso la classe media. La troviamo rappresentata in numerosi dipinti dell'età barocca e anche diverse fonti letterarie ne parlano, per esempio nel capitolo XI dei Promessi Sposi (1840-41); da queste fonti risulta evidente anche un ruolo di animale da cortile con probabile uso alimentare, uso che si è conservato ancora oggi in alcune zone d'Italia, mentre continua ad essere ampiamente diffuso nell'America meridionale. Purtroppo a partire dal XIX secolo i porcellini d'india sono entrati anche a far parte del mondo della ricerca medica, usati inizialmente da Robert Koch e da altri batteriologi negli studi sui microrganismi patogeni. Per tale motivo nel lessico comune si è giunti a definire "cavia" qualsiasi animale da esperimento. E noi dobbiamo essere grati a questi piccoli rodiori per aver contribuito a salvare moltissime vite. E ricordandovi che "Chi trova una cavia trova un tesoro" e che "Una cavia è per sempre" vi ringrazio per l'attenzione!
  3. paolo

    Leah!

    Una bellissima principessina! Si vede che apprezza le carezzine!
  4. paolo

    Leah!

    Anche io penso che ti voglia dire che quella è roba sua e tu non ti devi permettere di toccarla, spostarla ecc... E che sia ben chiaro chi comanda in casa!
  5. paolo

    Peso cavia

    Direi che è una bella cicciottina! Magari tienici informata su di lei nell'altro topic, così abbiamo tutte le informazioni insieme. Per verificare il peso della tua Sora e sapere perchè pesarla regolarmente è così importante, guarda anche questo topic
  6. La cavia non morde praticamente mai. Nella mia esperienza ho rischiato di essere morsicato quando accarezzavo il sederone a Tiberio, che non gradiva, ma era più un tentativo di "beccata" che un vero e proprio morso. Sono invece stato realmente morsicato sempre da quel signorino quando ho avuto l'infelice idea di separare lui e Nerone nel corso di un litigio; colpa mia, infatti in quel caso raccomandiamo sempre di non intervenire a mani nude o meglio ancora di calmare i bollenti spiriti con uno spruzzino d'acqua. Può accadere che si venga "assaggiati" quando si ha qualche odore di verdura sulle mani, meglio lavarsi prima delle coccole.
  7. Purtroppo non riesco a sentirlo molto bene. Pensavo ad un rumore di raschiamento dei dentini, ma ascoltando mi viene più da pensare a un suono di gola. Avete controllato che non si siano formati "ponti" a livello dei denti molari? Mi dispiace, capisco che stai combattendo per lei e che le attenzioni e le cure ti prendono moltissimo. Sulla carezze al sederone, in genere poco gradite dai porcelli (il mio Tiberio cercava di azzannarmi quando ci provavo), penso che in un momento in cui anche lei ha qualche stress potrebbero essere meno tollerate.
  8. Benvenuta! Mi fa molto piacere leggere dell'adozione dei due piccini. Facceli conoscere e non esitare a chiedere. A proposito: hai già un ottimo veterinario di riferimento?
  9. Sono giovani e un po' di moto farà loro benissimo. Se poi dovessi vedere che saltare dall'interno è difficoltoso potrai mettere una rampa. Il recinto che hai postato non può circondare la gabbia: puoi metterlo solo davanti alla parte anteriore come una sorta di atrio o giardino, o se vuoi mettere la gabbia all'interno devi prenderne due.
  10. Ma che belle piccine! La cavia è di indole timida, ma questo non ti deve impedire di prenderle per delle sessioni di coccole, inizialmente brevi, che serviranno a conoscervi e faranno bene a te e a loro. Piuttosto devi prenderle con decisione, senza inutili inseguimenti, tenendole con cura, ma delicatamente; meglio se ti siedi per terra e le coccoli sulle tue gambe, così minimizzi il rischio di cadute ed eviti loro lo stress del predatore che le solleva da terra.
  11. La gabbia dovrebbe servire solo come zona-notte e rifugio, eventualmente per i pasti. Oltretutto 80 x 50 può andare bene ora che sono piccoline, ma più avanti sarà piccola. L'idea del recinto è corretta e in genere si allestisce il recinto intorno alla gabbia che resta sempre aperta. Sul pavimento metti un tappeto lavabile, di quelli da pochi soldi, o un vecchio panno; servirà a salvare il pavimento e a rendere più confortevole il loro passeggio. Se la gabbia ha lo sportellino "a ponte levatoio" lo lasci aperto, coprendolo con un panno imbottito perchè non rischino di inciampare e farsi male. Ti posto un'immagine di sistemazione a titolo di esempio; qui però non c'è il recinto.
  12. Direi che il coniglietto, se si trova in un ambiente rispettoso e amorevole, può dare più soddisfazione rispetto alla cavia in termini di coccole. Per contro devo dire che il coniglio è molto più delicato e richiede grande attenzione nell'alimentazione, nella salute, nell'alloggio e nella possibilità di passeggiare (in realtà il coniglio NON DEVE essere tenuto in gabbia); il proprietario deve anche entrare nella su psicologia, che ti garantisco essere molto variegata, in questo senso è più come avere un cane che non un piccolo erbivoro.
  13. Ma che bella notizia! La piccola è bellissima! Quando la vuoi prendere devi andare a colpo sicuro, quando è il momento metti degli ostacoli perchè non possa fare fughe stressanti per lei e per te. Prendila saldamente, ma delicatamente e se puoi portala sulle tue gambe, a terra, per non farle sentire il disagio di essere portata in alto come farebbe un predatore del cielo. Fai bene a portarla dalla veterinaria; tra l'altro la veterinaria di Castelfranco è una delle migliori per quanto riguarda le cavie e gli esotici in genere! Non esitare a chiedere, noi siamo qui.
  14. La vitamina C la ricavano dalla verdura: peperoni, cavoli, pomodori in particolare. La verdura è meglio darla due volte al giorno, più o meno con un intervallo uguale (es: 8-20). I piccoli mangiano 100-120 grammi totali di verdura al giorno, poi si sale a 150 e un adulto può arrivare a 200 grammi (sempre divisi in due pasti più o meno uguali). Ad ogni pasto si buttano gli avanzi del precedente. Il fieno a volontà, è indispensabile per la fibra (anche l'erba di prato è adatta allo scopo). Il cibo pellettato fa bene a chi lo vende, alla cavia non è particolarmente utile, soprattutto se non è di buona qualità. Mi fa piacere leggere che avete programmato la visita del veterinario.
  15. Benvenuta! L'idea di prendere due cavie è corretta, perchè si tratta di un animaletto altamente sociale. Insieme si fanno compagnia, si fanno coraggio, giocano... Ed è una buona idea puntare su un paio di femmine, perchè in genere convivono senza grandi problemi, mentre tra maschi possono talvolta verificarsi dei problemi per la gerarchia. Due cavie apprezzeranno la compagnia reciproca, ed è giusto che sia così, perchè riproduci sia pure in minima scala quello che accade in natura. Ma non per questo non vorranno saperne di contatti con gli umani; ovviamente dipende anche dalla nostra sensibilità trovare un equilibrio tra il favorire la loro convivenza e il nostro desiderio di dare e ricevere coccole. Ti invito a non preoccuparti e a prepararti a vivere con entusiasmo questa avventura!
  16. Noto la parola "mangime": immagino si tratti del cosiddetto cibo pellettato. Nonostante quello che può dire chi lo vende, ti ricordo che l'alimentazione della cavia si basa su verdura fresca e varia e fieno, eventualmente erba di campo, e pochissima frutta (troppo zuccherina). Il cibo pellettato non è assolutamente necessario e in certi casi, quando contiene semi e cereali, può essere dannoso per la cavia. Quasi tutti ne diamo un pochino, ma solo a titolo di dessert dopo che hanno mangiato la loro verdura (indispensabile per la presenza della vitamina C). Se comunque le tue piccole sono abituate a mangiarne devi ridurlo con molta gradualità, per evitare i problemi a livello intestinale causati da bruschi cambiamenti di alimentazione.
  17. La lettiera dovrebbe coprire interamente il fondo della gabbia. Il cibo si propone dentro a delle ciotole e il fieno sta nell'apposita greppia. Personalmente non amo le casette: rubano molto spazio all'interno della gabbia, le bestiole spesso si rintanano a lungo finendo per bagnarsi di pipì e stando ritirate non si favorisce l'interazione con gli umani di casa. Io coprivo parzialmente la gabbia con un panno, per dare comunque loro un senso di sicurezza; potresti lasciare la casetta nelle ore notturne come "zona letto". Se puoi vuoi rendere più morbido l'interno della casetta puoi mettere un panno in pile, che però dovrai sostituire anche giornalmente.
  18. Benissimo il pellet di legno con sotto un tappetino assorbente, che consentirà di drenare ulteriormente l'umidità della pipì e sarà comodo al momento del cambio della lettiera: basta prendere il tappetino per gli angoli e via...! Eviterei invece di mettere il fieno, al massimo quel polverino che resta in fondo ai sacchetti del fieno. Questo perchè il fieno si impregna subito e l'odore di pipì diventa pesante. Intanto loro tireranno giù del fieno dalla greppia mentre lo mangiano e quello che cade aiuterà comunque a dare quel profumo d'erba alla loro casa e verrà poi mangiucchiato, se non spisciolato. Ma evita di coprire il pellet con il fieno. Per due cavie un cambio totale della lettiera è da prevedere ogni 5-7 giorni circa, ma se vedi che prediligono certi punti per fare la pipì puoi sostituire più di frequente il pellet in quei punti e il cambio totale sarà più dilazionato.
  19. I maschietti sono fertili in genere dopo i due mesi, ma la maturità viene raggiunta verso i 5-6 mesi d'età.
  20. Benvenuta! Aspetto anche io di conoscere le tue cucciole! Mi rendo conto che il momento è difficile, ma se già non l'hai fatto devi procurarti il recapito di un ottimo veterinario per portare le due piccole per una visitina preventiva e in seguito per i controlli periodici; è importante!
  21. Quando sono infastiditi lo mostrano abbastanza chiaramente, agitandosi e guardandoti con aria perplessa. Mi pare che Alfie gradisca moltissimo le coccole. Battere i denti quando non ci sono motivi di conflittualità indica aspettativa, entusiasmo, come quando si aspetta con impazienza la verdura e anche le carezze possono essere desiderate.
  22. Sono entrambi giovanissimi, quindi non dovrebbero esserci problemi. A proposito: a tre settimane il piccolo dovrebbe stare ancora almeno una o due settimane con la mamma; vedi tu se puoi ritardare un pochino. A volte i problemi ci sono quando i porcellini diventano sessualmente maturi e allora uno o entrambi potrebbero voler affermare una superiorità gerarchica nella gabbia, quindi è cosa intelligente pensare già dall'inizio alla possibilità di doverli separare almeno momentaneamente se fosse il caso. Non i fare troppi problemi e affronta questa avventura con il giusto entusiasmo. Carezzine a Alfie!
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