-
Numero contenuti
2.165 -
Iscritto
-
Ultima visita
Tipo di contenuto
Profili
Forums
Calendar
Tutti i contenuti di paolo
-
Grazie, sarà bellissimo conoscere un po' meglio la vostra città-stato! Propongo di utilizzare la sezione degli Off-topics ("Altri argomenti").
-
Se vuoi puoi inviare un commento più articolato alla tua foto; taluni, compreso il sottoscritto, si sono piuttosto dilungati nella didascalia. Credo comunque che nessuno ti troverà da dire per i semini.
-
Le vostre cavie riconoscono il loro nome?
paolo ha risposto a Laura.Kika.Chloé nella topic Conosciamoci meglio
La mia impressione è che più che il loro nome, percepiscano che con quell'intonazione ci stiamo rivolgendo a loro. E chissà che non ci sia qualcosa di buono in arrivo... -
Anche il mio PLJ, quando gli do un bocconcino prelibato, in genere l'amato pomodorino, scappa a mangiarselo in un angolino. C'è da dire che se lo lasciasse troppo incustodito Stella glielo farebbe fuori in un attimo.
-
In caso di silenzio troppo prolungato o risposta negativa (ma non credo proprio) ricorda che ci sono diverse cavie disponibili per l'adozione nella nostra sezione "Adozione e affidi".
-
Dai, dai, non si accettano defezioni!
-
Io in qualità di amministratore di un Forum caviofilo non mi permettevo di chiederlo, ma visto che a chiederlo sono stati altri...
-
Grazie Bistius, grazie Venu, arrivate entrambe!
-
Potrebbe essere stata una colichetta addominale; continua a monitorarlo.
-
Lo spunto me l'ha dato Franci_fra3, che aveva descritto la digestione della cellulosa in un altro topic in maniera assolutamente sintetica, ma efficacissima. Io ho solo aggiunto un po' di colore e qualche nota sull'evoluzione dell'erbivoria.
-
Mi raccomando, nelle tue mail indica come oggetto "regalo gabbie" o qualcosa di simile, così non si perderanno in mezzo a tante altre.
-
Quanto alle Associazioni, penso che tanto Associazione Animali Esotici (AAE) che La collina dei conigli abbiano dei volontari in zona o comunque vicini. Nel caso puoi verificare le possibilità di contatto nei loro siti web. Carezzine a Morgana!
-
Prova anche a proporre quelle foglie dure che circondano i cavolfiori e i cavoli; chissà che non gradiscano.
-
La cellulosa è un polisaccaride costituito da un gran numero di molecole di glucosio (da 300 a 10.000) disposte in una catena lineare e unite tra loro mediante un legame ß(1-4) glicosidico. Più catene di cellulosa si dispongono parallelamente tra loro, unite da legami a idrogeno, a formare delle fibre molto lunghe e consistenti. Questa particolare struttura macromolecolare è il principale costituente della resistente parete che racchiude le cellule vegetali e rappresenta la base della struttura della pianta (radici, fusti e foglie). (spaccato di cellula vegetale; in verde la solida parete cellulare composta principalmente da cellulosa) (tessuto vegetale al microscopio; ben evidente la parete cellulare che circonda le singole cellule) La cellulosa è il principale composto organico nella dieta degli erbivori (un po' come i nostri farinacei, pane e pasta in primis), ma per essere assimilata quale alimento deve essere idrolizzata (digerita) dalle cellulasi, enzimi assenti nei vertebrati, ma prodotto da diversi microrganismi. I mammiferi erbivori (ruminanti, cavalli, conigli ecc.) hanno quindi risolto il problema ospitando nello stomaco o nell’intestino dei batteri che digeriscono la cellulosa. Nei ruminanti i vegetali grossolanamente masticati scendono nel rumine, dove i batteri simbionti demoliscono la cellulosa negli zuccheri semplici di cui è composta. Invece nei mammiferi non ruminanti (come la cavia) i batteri che digeriscono la cellulosa sono contenuti in alcuni tratti dell’intestino, precisamente nel colon e nel cieco. Quindi la cellulosa, giunta pressoché inalterata all'intestino tenue, viene parzialmente fermentata dalla flora microbica locale per recuperare le molecole di glucosio che la compongono e con liberazione di acidi grassi che favoriscono la crescita della microflora simbionte, creando al contempo un ambiente ostile per i microrganismi patogeni. Oggi la normale flora batterica simbionte (microbiota) presente nella mucosa intestinale è considerata a tutti gli effetti un organo che svolge funzioni fisiologiche che altrimenti non saremmo in grado di espletare (per approfondimenti sul microbiota cavioso e umano vedi anche: ). L'organismo umano non riesce a digerire la cellulosa, in quanto privo degi enzimi capaci di scinderla in sostanze più semplici ed assimilabili; di conseguenza la cellulosa viene espulsa con le feci, alle quali conferisce volume e consistenza; per queste sue caratteristiche, è considerata una fibra alimentare insolubile. Il carboidrato vegetale utilizzabile dall'uomo è l'amido, che i vegetali sintetizzano per via enzimatica a partire dal glucosio (a sua volta ottenuto mediante la sintesi clorofilliana). Amido e cellulosa, pur condividendo l'origine vegetale ed essendo entrambi costituiti da glucosio, sono polisaccaridi piuttosto differenti, sia in termini strutturali che funzionali: mentre la cellulosa, insieme all'emicellulosa e alla lignina, forma il legno ed ha quindi una funzione di protezione e sostegno, l'amido è la riserva energetica della pianta. Dal punto di vista chimico, però, la differenza tra le due molecole è molto sottile e riconducibile alla maniera in cui le varie unità di glucosio sono unite tra loro: la cellulosa essendo formata da una catena lineare di monomeri di β-glucosio legati tra loro attraverso legami β(1-4); l'amido da molecole di α-glucosio (da un centinaio a qualche migliaia) unite da legami α-glicosidici a formare una catena ramificata. I legami dell'amido possono essere scissi dagli enzimi digestivi contenuti nel nostro organismo e quindi le molecole di glucosio contenute in tale zucchero risultano utilizzabili, mentre non possediamo gli enzimi in grado di rompere i legami della cellulosa, enzimi presenti invece negli erbivori. Ma come si acquisisce la capacità di cibarsi di vegetali e digerire efficientemente la cellulosa? Lo sviluppo di caratteristiche anatomiche e fisiologiche che consentano di nutrirsi di vegetali ha rappresentato un passo importante nella diversificazione dei tetrapodi terrestri, con rilevanti conseguenze sull'ecosistema. Nutrirsi di tessuti vegetali richiede una quantità di cambiamenti anatomici e fisiologici atti a facilitarne la digestione, in particolare modificazioni strutturali della dentizione, dell'apparato mandibolare e del tratto digestivo, insieme all'acquisizione di endosimbionti microbici in grado di produrre gli enzimi necessari per la fermentazione della cellulosa, il principale componente della parete cellulare delle piante. Le evidenze di una dieta erbivora nei vertebrati estinti sono tipicamente circostanziali e provengono dall'esame della struttura dei loro denti e dell'apparato mandibolare, mentre i contenuto fossile in vegetali dell'intestino fornisce un'evidenza ancora più diretta. L'apparato digerente degli erbivori tetrapodi è più lungo e voluminoso rispetto a quello dei carnivori e insettivori, perchè una consistente porzione dell'intestino è modificata per ospitare una quantità di endosimbionti per la demolizione della cellulosa (l'intestino del porcellino d'india) (differenze tra l'intestino di un piccolo carnivoro e quello di un erbivoro non ruminante) Per questo motivo negli erbivori del Paleozoico riscontriamo una gabbia toracica più ampia e capace di quella dei carnivori coevi. (ricostruzione scheletrica di due erbivori del Permiano; ben evidente l'ampia zona toracica destinata ad ospitare il voluminoso intestino) Le prime evidenze di un'alimentazione con materiale vegetale ad alto contenuto di fibra nei tetrapodi risalgono al tardo Carbonifero (circa 300 milioni di anni fa), sebbene sia probabile che il consumo di tessuti vegetali risalga a un periodo ancora antecedente. I desmatodonti del Nord America furono apparentemente i primi vertebrati terrestri capaci di nutrirsi di materiale vegetale altamente fibroso e alla fine del Permiano (250 milioni di anni fa) gli erbivori sono ormai ben rappresentati. (ricostruzione di un edafosauro, erbivoro vissuto circa 280 milioni di anni fa) Vista l'entità dei cambiamenti necessari richiesti per un efficiente processo digestivo del materiale vegetale, è probabile che l'erbivoria nei tetrapodi si sia sviluppata solo dopo un lungo periodo di transizione di onnivoria che includeva il consumo di parti di piante. Comunque le modificazioni scheletriche verso l'alimentazione erbivora sono relativamente inefficaci in assenza di microrganismi endosimbionti per la lisi della cellulosa. Il modo di acquisizione di questi simbionti da parte dei vertebrati ospiti è incerto ed è improbabile che i reperti fossili ci aiutino a risolvere la questione. E' stato ipotizzato che questi microrganismi siano stati inizialmente raccolti da animali detritivori che si nutrivano di rifiuti vegetali; quelli sopravvissuti nell'intestino dei tetrapodi hanno assunto gradualmente un ruolo nei processi digestivi dell'ospite. E' stato accertato che i possibili progenitori dei vertebrati tetrapodi erbivori del Paleozoico erano dei presunti insettivori. I reperti fossili indicano che gli artropodi si nutrivano di vegetali già nel medio Carbonifero, molto prima dei tetrapodi; è quindi plausibile che gli insetti ingeriti, specialmente le forme erbivore che ospitavano i microrganismi nel proprio intestino, fossero l'originaria fonte di endosimbionti fermentanti.
-
Mi dispiace molto per i tuoi porcellini! Grazie per la generosa offerta, ci sarà sicuramente qualcuno a cui le gabbie potranno essere utili.
-
Sono d'accordo; a parte l'evenienza che si possano fare male, siamo forse più in ansia noi a vedere che la convivenza non è perfettamente armoniosa come vorremmo.
-
Anni fa, quando ancora avevo criceti, ho letto sul libro di un veterinario una frase che suonava più o meno così: "Il criceto passerà buona parte del suo tempo cercando di evadere".
-
Beh, ogni porcello ha i propri gusti. Hai giustamente escluso un problema ai dentini quindi posso solo suggerirti di abbondare col fieno e, se ne hai la possibilità, di introdurre un po' di erba di campo.
-
Sono comunque da baciare e mordicchiare!
-
Benvenuto! Come ti hanno già suggerito cambia il pellettato con altro costituito da sole erbe pressate. Anch'io sono piuttosto perplesso sulla pedana; ti consiglierei di coprirla con uno di quei tappeti gommati che stanno andando tanto di moda qui in Forum, ma se dici che il tuo Rosicchio rosicchia. p.s.: bello quel musetto!
-
Molto carine! Quindi che età hanno?
-
Giusto, manca la coda!
-
Il cibo pellettato per cavie
paolo ha risposto a paolo nella topic Cibo pellettato, integratori, altro
Io non conosco la pezzatura del greenwood, ma come tutti questi prodotti se si tratta di cilindretti grossi ne basta uno, se sono quelli piccoli e sottili non più di un cucchiaio raso. Ripeto ancora che se la bestiola era abituata a cibo confezionato questo deve essere ridotto gradualmente a favore della verdura, quindi le dosi possono essere inizialmente anche maggiori.