-
Numero contenuti
2.165 -
Iscritto
-
Ultima visita
Tipo di contenuto
Profili
Forums
Calendar
Tutti i contenuti di paolo
-
La malocclusione nella cavia
paolo ha pubblicato a topic in Problemi della bocca, dei denti e dell'apparato digerente.
LA MALOCCLUSIONE NELLA CAVIA. La dentatura della cavia. La cavia ha 20 denti. La coppia di incisivi superiori e inferiori è ben visibile scostando le labbra, mentre i molari rimangono nascosti in fondo alla bocca, separati dagli incisivi da uno spazio vuoto detto diastema. I molari, in realtà una coppia di premolari e tre coppie di molari veri e propri, superiori e inferiori, hanno una peculiare disposizione, ovvero quelli inferiori sono rivolti verso la lingua, mentre quelli superiori sono rivolti verso le guance. I denti della cavia, come quelli degli altri roditori, hanno radici aperte che ne consentono la crescita continua, cioè si allungano tutta la vita, e la loro lunghezza è mantenuta costante dall'usura causata dalla masticazione dei vegetali. Il fieno e l'erba di campo contengono dei sali minerali che hanno un effetto abrasivo sulla dentatura. Si tratta di un alimento duro e particolarmente povero, che favorisce la masticazione prolungata, anche da parte dei molari, con ovvi benefici effetti. La malocclusione dentale. Se il porcellino non ha sempre a disposizione fieno e vegetali da masticare i suoi denti crescono oltre il normale. I molari cresciuti in modo abnorme impediscono la corretta opposizione di mascella e mandibola (appunto la malocclusione dentale) e intrappolano la lingua, causando ulcere e ferite alla bocca, e creando difficoltà all'animale di alimentarsi, giungendo fino all'anoressia e alla morte nel giro di poche ore. Fino ad un recente passato l'insorgenza della malocclusione era attribuita a difetti genetici, ma è ora chiaro che solo una minima percentuale di malocclusioni è effettivamente imputabile ad una causa genetica, e che la causa più frequente è un'alimentazione non corretta, o cambi di alimentazione a favore di quantità ridotte di cibo e cibo più morbido. Anche traumi e infezioni possono danneggiare i denti e predisporli ad una crescita scorretta. La malocclusione determina l'incapacità a chiudere completamente la bocca, con salivazione e imbrattamento del pelo della gola, lacrimazione e tumefazioni lungo il bordo inferiore della mandibola, Poichè i molari sono nascosti in fondo alla bocca solitamente non ci si accorge della crescita anormale finchè il porcellino non smette di mangiare o incomincia a perdere peso. In caso di malocclusione anche gli incisivi cresceranno in maniera anomala, anche se il proprietario non sempre sarà in grado di riconoscere la crescita eccessiva. Prevenzione e campanelli d'allarme. Purtroppo, la malocclusione dentale nella cavia è un problema che si presenta con una certa frequenza, ed è molto difficile da trattare. E' quindi fondamentale la prevenzione mediante una corretta alimentazione, e la capacità di riconoscere precocemente quei campanelli d'allarme che ci indurranno a portare per tempo l'animale da un medico veterinario esperto in cavie. La cosa più importante che il proprietario di cavie può fare, oltre all'alimentazione corretta, consiste nel pesare l'animale almeno una volta alla settimana per individuare precocemente un calo ponderale, prima che la cavia si debiliti e si ammali gravemente. Spesso l'unico sintomo di malattia è la diminuzione o l'assenza di appetito, cosa che deve sempre indurre ad una visita del veterinario. Se si riesce a controllare la bocca della cavia occorre ricercare lesioni della mucosa interna o della lingua, che possono essere indice di crescita irregolare dei denti. Le emorragie gengivali sono invece sintomo di grave carenza di vitamina C (scorbuto). E' chiaro che il diminuito apporto di cibo determina a sua volta la manifestazione dello scorbuto. Un veterinario inesperto potrebbe essere indotto a curare lo scorbuto trascurando la malocclusione. Ricordiamo che le cavie raramente superano una malattia senza aiuto, e che le loro condizioni possono peggiorare molto velocemente. Ci può sembrare che la cavia si sia appena ammalata, mentre potrebbe aver nascosto i sintomi per qualche tempo, un comportamento che contribuisce all'aggravamento delle sue condizioni (nascondere i sintomi è un meccanismo di sopravvivenza in natura, dove una cavia che resta isolata dal gruppo diventa più facile preda). Il trattamento della malocclusione consiste nell'accorciare meccanicamente i denti troppo cresciuti, operazione alquanto disagevole viste le ridotte dimensioni e l'angusta apertura boccale. Purtroppo, anche dopo tale intervento la cavia può continuare a rifiutare il cibo e si lascia morire. Alcuni autori consigliano addirittura di sopprimere l'animale maloccluso per risparmiargli ulteriori sofferenze e il disagio di un trattamento che spesso è destinato a fallire. Dagli studi più recenti pare che la non-ripresa dopo la fresatura dei molari sia imputabile ad un difetto dell'articolazione temporo-mandibolare, difetto in parte genetico e peggiorato dal deperimento della cavia. In conclusione. Portare la cavia dal veterinario quando si nota una graduale perdita di peso, o allorchè diminuisce l'appetito, senza aspettare che smetta del tutto di mangiare, perchè a quel punto potrebbe essere già troppo tardi. Solo il medico veterinario, e più precisamente solo il veterinario esperto in cavie, può fare una diagnosi: evitiamo il "fai da te" !!! La scheda è stata sottoposta alla cortese supervisione della dottoressa M. Martinelli, medico veterinario associato alla Società Italiana Veterinari Animali Esotici (SIVAE). -
Questo documento nasce dalla rielaborazione dei contributi che molti lettori della mailing list del sito hanno inviato a proposito degli accorgimenti per far divertire le cavie; io ho unito al tutto informazioni dal sito Amicacavia, ed ecco a voi il risultato. E LA CAVIA SI DIVERTE... La cavia è un animale socievole, e patisce la noia se non ha propri simili con i quali interagire, o stimoli per la sua curiosità. Allora, sapete come far divertire le vostre cavie? Quasi banale: lasciarle scorrazzare libere fuori dalla gabbia! Esplorano, annusano, organizzano i loro buffi trenini... Meglio se nella stanza ci sono anche dei nascondigli dove trovare all'occorrenza un po' di riparo, e dove trovare altri stimoli per esplorare. Un letto, un mobile, una scrivania per PC, librerie componibili, ripiani e vanetti alla loro portata, possono trasformare la timida cavia in un ardito esploratore del vasto mondo! Possono salire e scendere, girare intorno, intrufolarsi e rincorrersi... E se non desideriamo lasciarle vagare troppo, perchè la casa non è del tutto sicura per loro o perchè il parquet non sopporterebbe altre pisciatine corrosive, possiamo realizzare per loro un parco giochi in una zona confinata e sicura, o addirittura all'interno della gabbia. Giochini di legno, pensati magari per i bambini piccoli, come ponticelli, scalette, scivoli, tubi... E poi palline dure, magari contenenti un sonaglino, da spingere col musetto. Ma anche materiale ben più povero, può essere trasformato dalla fantasia e dall'ingegno dell'umano nel fai-da-te: imballaggi, rotoli e scatole di cartone, cassette della frutta, listelli di legno, tutti materiali peraltro economici, facilmente sostituibili e rinnovabili, magari con tanto bel fieno sparso attorno o sopra, e qualche legnetto da rosicchiare qua e là. E possiamo sfruttare la dimensione verticale della gabbia con un ripiano, in plastica o in legno rivestito da carta plastificata, per evitare che possa essere rosicchiato e impregnarsi di pipì. Il ripiano sarà accessibile mediante una scaletta con cui i pelosi possono sgranchirsi un po'. E per invogliarli a salire possiamo porre sul ripiano qualche foglia di insalata o qualche pezzetto di verdura. Possiamo anche divertirla appendendo all'interno della gabbia, ad un'altezza che la costringa a sollevarsi, ma senza farla sforzare, una carota, o del fieno, o dei bastoncini da rosicchiare. Ancora troppo complicato? Beh, ai più pigri o meno ingegnosi, suggeriamo di fare un mucchietto con degli straccetti, o con del fieno, o di mettere a loro disposizione un vecchio tappetino malandato o quelle specie di casette o amache morbide destinate in origine ad altri animali. E se è ancora troppo, stimolate l'attività fisica della vostra cavia avvolgendo un pochino del suo cibo in carta da pane, e lasciate che il porcello si impegni ad estrarlo! Infine, ma non certo in ordine di importanza, qualche nota di cautela, tanto per fare il guastafeste. Carta, cartone e fibre tessili se ingerite possono causare occlusione intestinale. Amache per furetti, casette per cani e gatti in tessuto, e cuscini vari si bagneranno di pipì, e la cavia resterà all'umido. Attenzione alla possibilità di cadute, alla presenza di chiodi e sporgenze pericolose in genere, non usiamo le tossiche colle. E in generale, lasciamo gironzolare la cavia solo in quell'ambiente in cui i fili elettrici e le prese non sono alla sua portata. Per le seconde ci sono quei "tappi" che usiamo anche quando in casa ci sono bambini piccoli. Verifichiamo anche che non ci siano fessure, spazi angusti o stretti vani in cui la cavia potrebbe incunearsi, impaurirsi e rendere, a noi e a lei, molto disagevole il recupero. Hanno contribuito Illy84, Caviafelice e Valentina83 (maggio 2008)
-
Pulizia di gabbie e superfici.
paolo ha pubblicato a topic in Pulizia di gabbie, accessori e superfici
Questo modesto contributo si propone di fornire qualche informazione in pi� sulla pulizia di gabbie e superfici, senza la pretesa di voler cambiare il vostro gi� ben collaudato sistema. La realizzazione di questa scheda � stata possibile grazie alla preziosa collaborazione dell�amica Francesca (franci_fra3), alla quale va il mio ringraziamento. COME PULIRE LA GABBIA E LE SUPERFICI TRAFFICATE DAI NOSTRI PICCOLI AMICI PELOSI? La costante pulizia e disinfezione di gabbie, beverini, mangiatoie e superfici � una fondamentale norma di prevenzione delle malattie infettive. La prevenzione � molto migliore e molto pi� semplice di qualsiasi cura (e molto meno costosa). Detergere e disinfettare sono due operazioni differenti, che devono essere eseguite in sequenza. La pulizia serve a rimuovere la polvere e la sporcizia presenti sugli oggetti, sulla superficie e sulla cute. I detergenti sono dei tensioattivi (saponi) che hanno la funzione di vincere appunto quella �tensione� che consente allo sporco di aderire alle superfici. Una volta che si � lavato un oggetto, occorre sciacquarlo accuratamente prima di disinfettarlo per allontanare lo sporco residuo e allo scopo di evitare una reazione chimica fra il sapone e il disinfettante, che potrebbe inattivare il disinfettante. La disinfezione, serve a distruggere la maggior parte dei microrganismi patogeni; fanno eccezione le spore batteriche (si distruggono mediante sterilizzazione) che non � impossibile vengano portate in casa, ma che � altamente improbabile trovino le condizioni per diventare pericolose. I disinfettanti reperibili in commercio per l�uso in ambiente domestico sono i meno pericolosi, pur mantenendo una buona efficacia. In ogni caso, leggere sempre attentamente le norme di sicurezza raccomandate e le istruzioni d�uso, ricordando in particolare di rispettare i tempi di contatto idonei: con tempi inferiori al necessario non avremo l'effetto voluto. Dopo la disinfezione � sempre indispensabile un adeguato risciacquo per allontanare dalle superfici i composti chimici utilizzati, che possono anche essere causa di intossicazione e allergia. Pulizia dei pavimenti e delle superfici. I pavimenti e le superfici della nostra casa sono normalmente contaminate da batteri, particolarmente in quegli ambienti con elevato grado di umidit�, come bagni e cucine. Se non vi sono situazioni particolari, il sistema immunitario (nostro e della cavia) � in grado di difenderci adeguatamente, quindi l'obiettivo pi� realistico da perseguire � semplicemente un buon livello igienico, che si ottiene rimuovendo lo sporco, ricettacolo dei germi. Bisogna poi ricordarsi di asciugare tutte le superfici che abbiamo pulito, perch� la presenza di umidit� favorisce la proliferazione batterica. Una pulizia frequente e un buon lavaggio con normali prodotti detergenti � tutto ci� che serve per mantenerne l'ambiente sotto controllo. In altre parole, cercare di disinfettare un pavimento � tempo (e denaro) sprecato. Si pu� ridurre la carica microbica di pavimenti, servizi igienici e arredi lavandoli con una soluzione di ipoclorito di sodio, la comunissima ed economica varechina, avendo l'avvertenza di non usarla su superfici metalliche, perch� corrosiva, e neppure insieme ad acidi o a quei prodotti che li contengono (ad esempio: i disincrostanti per i water) perch� sviluppa vapori tossici. Pulizia della gabbia. L'igiene della gabbia � fondamentale per mantenere la cavia in buona salute. Occorre mantenere la lettiera il pi� possibile pulita e asciutta per evitare il proliferare di batteri dannosi e per evitare che il pelo della cavia, soprattutto se lungo, si sporchi. Dopo aver rimosso la lettiera, pulire a fondo con acqua calda e sapone, oppure con candeggina diluita il contenitore di plastica, le sbarre, gli accessori e i giochi, risciacquando poi abbondantemente e accuratamente. Per eliminare eventuali incrostazioni resistenti e per eliminare le tracce di urina si possono utilizzare il comune bicarbonato di sodio sciolto in acqua calda o dell'aceto di vino da lasciare agire qualche minuto, quindi strofinare con una spugnetta abrasiva per completare la rimozione dei depositi. Il miglior acaricida in natura � il sole, quindi una volta che la gabbia � stata lavata sarebbe anche opportuno lasciarla per un po' al sole e all'aria, per uccidere gli acari eventualmente presenti. Poich� le uova di acari impiegano 7-8 giorni a schiudersi sarebbe bene fare la pulizia totale della gabbia con esposizione al sole almeno una volta a settimana. Allo scopo esistono anche prodotti specifici che il veterinario sapr� consigliarvi. Pulizia dei contenitori di cibo ed acqua. La pulizia periodica con acqua calda e detersivo per stoviglie � sufficiente. In caso di incrostazioni lasciare in ammollo per una notte, quindi lavare con candeggina diluita. Il lavaggio in lavastoviglie unisce la sterilizzazione a mezzo calore. Quando occorre disinfettare? A volte la semplice pulizia di gabbia e accessori non � sufficiente. Facciamo il caso di infezioni batteriche (accertate o presunte), in presenza di parassiti, di ferite da curare, pododermatiti, per la prevenzione di infezioni dopo la sterilizzazione o altre operazioni chirurgiche, dopo la morte improvvisa e non chiaramente spiegabile di una cavia. In tutti questi casi si deve ricorrere alla disinfezione. Accorgimenti particolari. Attenzione al trattamento di superfici porose come legno, sughero, cartone, eccetera. Detergenti e disinfettanti, a dispetto dei risciacqui, potrebbero impregnare questi materiali che per sicurezza andrebbero trattati solo con acqua calda (e forse un po� di acqua ossigenata), e piuttosto sostituiti periodicamente. Qui di seguito proviamo a descrivere caratteristiche, meccanismo d�azione e precauzioni da adottare per alcuni disinfettanti di largo uso e facilmente reperibili in commercio. Ipoclorito di sodio. Usualmente in soluzione acquosa al 5% (candeggina o varechina), sviluppa acido ipocloroso, che a sua volta libera ossigeno e cloro che si combinano con le proteine cellulari. E� un buon disinfettante contro batteri e virus, contro funghi e protozoi, e possiede anche una certa azione sporicida. L�ipoclorito di sodio � molto tossico se inalato, i suoi vapori possono essere particolarmente irritanti. Da utilizzare solo in presenza di un buon ricambio d�aria, e mai vicino agli animali. E� anche inattivato dai residui organici, quindi lavare bene qualsiasi oggetto prima di trattarlo con la candeggina. Amuchina e Antisapril. Nomi commerciali di clorossidanti elettrolitici, ovvero soluzioni ipertoniche che liberano cloro attivo che va ad inattivare gli enzimi necessari al metabolismo dei batteri. Composti dell'ammonio quaternario. Un�ampia classe di disinfettanti che aggiungono composti organici all�ammoniaca. Queste molecole hanno un ampio spettro d�azione e sono poco tossiche. Interferiscono con le reazioni metaboliche dei batteri e modificano la permeabilit� della membrana cellulare. Il benzalconio cloruro � uno dei pi� utilizzati tra questi composti: come nome commerciale mi vengono in mente Citrosil e Bialcol. Perdono efficacia se miscelati con i normali detergenti. Acido acetico. E� battericida in soluzione al 5%, e batteriostatico a concentrazioni inferiori. In pratica si pu� utilizzare il comune aceto da cucina, puro, da lasciare a contatto con le superfici per almeno qualche minuto. Alcool etilico. Efficace contro la maggior parte dei batteri e alcuni virus. Agisce denaturando le proteine batteriche. Usualmente si trova in commercio diluito con acqua (alcool 70�, alcool denaturato) e contiene coloranti e altre sostanze atte a renderne sgradevole l'odore e il sapore, al fine di evitare che possa essere utilizzato a scopi alimentari. Giova ricordare che oltre ad essere infiammabile evapora rapidamente, riducendo il tempo di contatto. L'alcool denaturato quindi � efficace se si tratta una superficie per almeno 1 o 2 minuti, meglio se per immersione, altrimenti si limita solo a ridurre la carica microbica. In estrema sintesi, l�alcool etilico denaturato � da intendere come solvente e detergente, anzich� come disinfettante. Tra i disinfettanti facilmente reperibili c�� anche l�acqua ossigenata a 10 volumi (3%), che libera ossigeno e pu� avere anche un�azione sporicida, ma � meno efficace dell�ipoclorito. Possiamo citare ancora la clorexidina, presente in alcuni disinfettanti sotto forma di gluconato (Hibitane e Hibiscrub), a volte associata a composti di ammonio quaternario, e il lisoformio, soluzione saponosa di aldeide formica. Hanno contribuito: Illy84, Caviafelice e Irene (maggio 2008). -
Questa novella è stata proposta nella mailing list del sito in occasione dello scorso Natale. Alla stesura ha collaborato con i suoi preziosi suggerimenti l'amica Vale (Vale BG) che ringrazio! IL PRESEPE DELLE CAVIE. La colonia delle cavie di Sottocolle era in fermento. Si era quasi a Natale e v'erano problemi per preparare il tradizionale presepe vivente. Come se non bastasse, bisognava fare le cose molto bene: infatti, l'anno scorso alcune colonie avevano addirittura fatto ricorso agli effetti speciali! Nella vicina Querciaombrosa si era fatto scendere l'angelo dal cielo, e poco importa se per la parte era stata incautamente scelta una cavia un po' cicciottella: la fune s'era rotta e la cavia si era spiaccicata al suolo, ma tutti si erano divertiti moltissimo. E a Frondavecchia avevano fatto addirittura un presepe mobile, allestito su un carrettino e trascinato per le vie della colonia; certo, sulla stradina in discesa il carrettino era sfuggito di mano, i figuranti erano finiti nel ruscello gelido e ne erano emersi tutti brinati, ma la gente aveva ammirato moltissimo quegli abiti luccicanti di trine ghiacciate! Il comitato per la realizzazione del presepe era riunito da ore: il parroco della colonia don Gaetano, il sindaco Romualdo e la sarta e coreografa Titina. La madonna era stata per alcuni anni così ben impersonata dalla Berenice, ma ahimè!, Berenice si era sposata, ed era in attesa dei cuccioli, quindi indisponibile. Le altre femminucce della colonia, o erano non più giovanissime, o non proprio sottili e flessuose come si conviene alla vergine nel presepe. "Potrebbe andare bene la Carmen!" saltò su improvvisamente la Titina. "Ma è straniera! E' peruviana!" obiettò il sindaco. "Beh," fece il parroco "è una brava ragazza (non poteva dire gnoccolona!) e viene a messa tutte le domeniche." E quella era andata! Ora bisognava pensare a san Giuseppe. Due anni fa si era utilizzato il Bepi, ma qualcuno aveva notato che faceva l'occhiolino all'angelo, e la cosa era sembrata sconveniente. Anche Pallino, l'aitante caviotto dell'anno scorso, si era sposato e la moglie, buona cuoca, lo aveva talmente rimpinzato di torte di verdura che ora si poteva chiamare Pallone. Pensa e ripensa, sempre la sarta disse: "Rimane Olmo." "Olmo no!" saltò su il parroco "Impreca a colazione, pranzo e cena!" "Ma è un gran lavoratore!" ribattè il sindaco. Si decise di provare, ma bisognava prima convincere Olmo. "Non se ne parla nemmeno!" fece Olmo alla proposta della Titina, aggiungendo per buon peso un paio di santioni. "Ci sarà la Carmen, a fare la madonna..." continuò lei sorniona. "La peruviana? Quella gran ...?" "Si, si, proprio lei." disse la Titina che conosceva bene i suoi polli, anzi le sue cavie. "Beh, se proprio non avete nessun altro..." Tornò alla sua tana, prese a sistemare un paio di travi di sostegno, si martellò tre volte le dita, tirò bestemmioni sufficienti per un mese e si presentò al presepe con l'animo in pace. La parte del bue era da anni del coniglio Gino, mansueto e tontolone, arruolato per un mazzo di carote. Per la parte dell'asinello si era voluto cambiare, e la scelta era caduta sul cincillà Gregorio, un grigio ed eccentrico snob, con occhialini da miope sul naso, che per distinguersi leggeva "Il Sole - 24 Noci" anzichè "Il Corriere del Roditore". Per il ruolo del bambinello era stato scelto il piccolo Zippo, mentre per rappresentare le pecore era stata richiesta la partecipazione dei criceti, che accettarono volentieri di pascolare intorno alla capanna, ma rifiutarono categoricamente di essere portati al collo dai pastori. Appena entrato nella capanna Olmo vide la Carmen. Lei era un po' di fianco, un occhio maliziosamente nascosto dal lungo e serico pelo, l'altro vivo e luminoso puntato proprio su di lui, e Olmo sentì un concerto di strumenti celesti dentro di sè. La sarta gli aveva fatto indossare la tunica regolamentare, che doveva essere stata conservata tutto l'anno in un letamaio, ma a lui non importava. Il bastone che gli aveva messo in mano era stato trasformato dai tarli in un capolavoro di traforo, ma a lui non importava. Anche il resto della compagnia stava prendendo posizione nel presepe vivente. Il buon Gino si era subito buttato sulle carote, e ora ingurgitava rumorosamente. Ma a Olmo e Carmen non importava. A Gregorio avevano fatto togliere gli occhiali, e lui aveva addentato delle bacche che gli sembravano ribes, ma erano una specie di ricino selvatico, e ogni tre minuti doveva assentarsi. Ma a Olmo e Carmen questo non importava. A Zippo qualcuno aveva messo per errore del sidro nel biberon al posto del latte, e dopo pochi minuti era già ciucco perso. Anche questo, a Olmo e Carmen non poteva importare di meno. Una ventina di minuti prima della mezzanotte i due chiesero di assentarsi per bere qualcosa di caldo. Finalmente, a mezzanotte tutto era pronto: anche il gregge di pecore-criceti pascolava attorno alla capannuccia e le cavie di Sottocolle si riunirono ad ammirare il presepe vivente. Olmo e Carmen avevano un aspetto serafico e radioso. "Come sono ispirati nel ruolo!" concordarono tutti, e chi notò sul loro dorso tracce di fieno, come se vi si fossero rotolati dentro, sorrise indulgente. Il bambinello, vinto da un sonno etilico, sorrideva beato. Fu ammirato Gino, il cui sereno dormire fu scambiato per ieratica compostezza, mentre il povero Gregorio, dopo ottantasei attacchi di dissenteria aveva occhi enormi e lucidi, che le cavie del pubblico plaudirono, scambiandolo per commossa partecipazione. Insomma, tutto andò bene! All'Epifania poi, giunsero i tre Re Magi, tre cavie provenienti da colonie distanti che portavano i doni di rito. A proposito, volete sapere che ne è stato di Olmo e Carmen? Ma certo, si sono sposati, e il prossimo Natale nella mangiatoia del presepe ci sarà il loro piccolo!
-
Mentre mi documentavo sulla storia della cavia e sull'etimologia del suo nome girovagando sul web ho trovato un paio di riferimenti (proprio un paio) sul ruolo di questo animale nell'antica e odierna cultura andina. Spero di fare cosa gradita condividendoli con voi. LA CAVIA NEL FOLKLORE ANDINO. La cavia (cuy, plurale cuyes) è presente nella storia andina da tempo immemorabile, ed è tuttora protagonista del folklore del Perù più profondo. L'antica cultura Moche, civiltà peruviana pre-incaica, venerava gli animali e ci ha lasciato le più antiche raffigurazioni della cavia, che risalgono a quasi duemila anni fa. Gli Incas si affidavano alle sue viscere per prendere decisioni sulle loro strategie guerresche e sui piani di battaglia, e per conoscere se una determinata cura avrebbe avuto effetto o meno sul malato. La cavia, soprattutto l'animale con mantello interamente nero, aveva un ruolo fondamentale nei rituali tradizionali millenari praticati da sciamani e curanderos, che passando l'animale sul corpo del malato sostenevano di poter diagnosticare malattie come ittero, reumatismi, artrite e tifo, e di poter guarire l'infermo. Ancora oggi i curanderos usano passare le cavie nere sul corpo dell'infermo in rituali di guarigione incruenti, chiamati "pasada de cuy" o "caypa". Questi metodi erano, e sono ancora, ampiamente accettati in gran parte delle Ande, dove la medicina occidentale non era conosciuta o era considerata con disprezzo. La cavia era anche considerata un mistico medium che assisteva e accompagnava i morenti nel trapasso dal mondo terreno all'aldilà. Le cavie erano e sono protagoniste in numerose tradizioni popolari: sono scambiate come doni, tipicamente alle coppie di sposini, sono frequentemente presenti nei detti popolari e partecipano alla celebrazione di ricorrenze importanti nei villaggi andini come un cibo molto gradito. In queste festività, al bambino serviranno mezzo animale, mentre da adulto potrà gustarne uno intero. Ed è proprio compito del bambino di campagna accudire alle cavie, considerate a tutti gli effetti come animali da cortile, alzandosi molto presto tutti i giorni, per pulire il recinto e alimentarle con erba fresca, che è la base della loro alimentazione, e una grande varietà di scarti di cucina. Le loro poche pretese in tema di alimentazione spiegano l'ampia diffusione delle cavie, dal caldo bacino delle Amazzoni, alle alte quote andine, fino alle aride pianure costiere dell'ovest. La famiglia tiene almeno una ventina di animali che vengono di solito alloggiati al chiuso per proteggerli dalle variazioni climatiche, tradizionalmente nel locale adibito a cucina dove vengono lasciate libere, oppure in rifugi di mattoni appositamente costruiti, detti cuyeros. Visto che animale importante? Altra ottima ragione per assicurare felicità e comfort ai nostri piccoli amici pelosi. Ultimo aggiornamento: 9 ottobre 2015
-
BREVE STORIA DELLA CAVIA. La preistoria della cavia. Oltre 40 milioni di anni fa i caviomorfi progenitori della cavia arrivarono nel Sud America provenienti dall'Africa (a quel tempo non eccessivamente lontana dalle coste dell'attuale Brasile) mediante il cosiddetto rafting. Alcuni di questi lontani antenati dei nostri porcellini assomigliavano agli attuali capibara, che sono tuttora i roditori di maggiori dimensioni esistenti. Non è quindi un caso se nel 2003 gli archeologi rinvennero in Venezuela il fossile di un animale simile alla cavia, ma di enormi dimensioni, denominato Phoberomys pattersonii, lungo quasi due metri per settecento chili di peso, che visse circa 8 milioni di anni fa, e che rappresenta il più grande roditore mai esistito. Era un erbivoro che viveva sulle sponde dei fiumi, che si estinse perché le sue dimensioni gli impedivano di nascondersi e sfuggire a coccodrilli di dieci metri e a enormi uccelli carnivori. La cavia è comunque un animale molto antico: sono stati trovati resti fossili di caviomorfi databili a 41 milioni di anni fa! La cavia nelle Americhe. Le cavie sono originarie delle savane della regione più settentrionale del Sud America. Fra le specie più importanti, la selvatica Cavia tschudii, che vive sulle Ande e in Perù, e Cavia aperea, una specie diffusa allo stato domestico dal Venezuela al Cile. Per le popolazioni che vivevano sulle Ande le cavie rappresentavano un'importante fonte di cibo. Le piccole dimensioni delle ossa, e l'abitudine di buttarle tra i rifiuti all'aperto, dove venivano divorate dai cani, spiegano perché le cavie siano poco rappresentate nelle raccolte archeologiche e perché sia difficile per gli archeologi collocarne temporalmente con precisione l'addomesticamento. E' possibile però che questo risalga al 5000 a.C., nell'altipiano a sud di Perù e Bolivia, la regione in cui ancora oggi si trova la cavia selvatica. Le prime raffigurazioni di cavie risalgono al 200 a.C., e si trovano nella Moche Valley, in Perù. La cavia aveva un ruolo nel folklore degli Incas, che le allevavano anche per scopi religiosi. Essi ritenevano infatti che avessero il potere di fare uscire gli spiriti maligni dalle persone malate e che fossero in grado di assistere i morenti nel trapasso dal mondo dei viventi all'aldilà. Oggi le cavie sono molto diffuse nell'America meridionale, dalle cime andine alla pampa. Abitano zone rocciose, savane, i bordi delle foreste e delle paludi, dalla Colombia e dal Venezuela verso sud, fino al Brasile e alla parte più settentrionale dell'Argentina. In molti villaggi di Bolivia, Ecuador e Perù sono tuttora allevate dalle popolazioni rurali come fonte di cibo, in particolare laddove l'ambiente non permette l'allevamento di ovini e bovini. La cavia arriva in Europa. Cristoforo Colombo parlò delle cavie al suo ritorno in Europa, e nel 1554 lo zoologo svizzero Konrad Gesner scrisse il trattato: "Sul coniglio indiano o porcellino". Si supponeva infatti che Colombo avesse aperto una nuova rotta marittima per le Indie, pertanto tutto ciò che arrivava dalle Americhe era definito "indiano". Dalle colonie spagnole, portoghesi e olandesi nel Nuovo Mondo giungevano verso l'Europa, oltre all'oro e alle pietre preziose, anche mercanzie esotiche come i coloratissimi pappagalli, che divennero ben presto uno status symbol nelle case più abbienti. Assieme ad essi giunsero in Europa (e successivamente nel Nord America) anche la cavia ed altri animali precedentemente sconosciuti. In Europa le cavie vennero quasi da subito allevate come animali domestici esotici, talvolta trasformate in veri e propri "pets", ossia animali da compagnia. Anche la regina Elisabetta I d'Inghilterra (che regnò dal 1558 al 1603) possedette una cavia, della quale si innamorò, e che divenne un indispensabile accessorio alla moda per tutti i membri della sua Corte, contribuendo alla popolarità di questo simpatico animaletto. Cavie e medicina. Purtroppo, a partire dal XIX secolo, i porcellini d'India sono entrati anche a far parte del mondo della ricerca medica, usati inizialmente da Robert Koch e altri batteriologi, negli studi sui microrganismi patogeni. Per tale motivo nel lessico comune si è giunti a definire "cavia" qualsiasi animale da esperimento. E' comunque grazie alla sperimentazione sul porcellino d'India che si arrivò a realizzare il vaccino antidifterico, che ha contribuito a salvare la vita di milioni di bambini. Essendo molto sensibili al bacillo della tubercolosi i porcellini sono tuttora utilizzati nei test biologici per la diagnosi di TBC. E non si deve dimenticare il contributo dato dai porcellini alla genetica, mediante lo studio dell'ereditarietà del colore e del tipo di pelo. La classificazione. La cavia domestica è stata classificata per la prima volta nel 1758 da Linneo, padre della moderna classificazione scientifica, con il nome di Mus porcellus. La cavia ovviamente non appartiene al genere del topo (Mus) e nel 1776 venne più correttamente classificata come Cavia porcellus dallo scienziato ed esploratore tedesco Peter Simon Pallas. Oggi la classificazione generalmente adottata è la seguente: classe Mammiferi; ordine Roditori; sottordine Istricomorfi; famiglia Cavidi. In realtà il sottordine degli Istricomorfi (cavie, porcospini, cincillà) dovrebbe essere elevato a ordine, al pari dei Roditori propriamente detti, sulla base di evidenze di biologia molecolare. La famiglia dei Cavidi comprende tre generi. Oltre ai porcellini d'India (Cavia) altri membri di questo genere sono: le cavie della Patagonia, o maras (Dolochotis) e le cavie delle rocce, o mocos (Kerodon). Tutte le specie sono state usate come cibo dagli uomini, ma solo la cavia è stata addomesticata. Ultimo aggiornamento: 9 ottobre 2015
-
La calcolosi (o urolitiasi) nella cavia
paolo ha pubblicato a topic in Problemi di reni e dell'apparato urinario.
LA CALCOLOSI (O UROLITIASI) NELLA CAVIA. Come e perché si formano i calcoli. Nelle urine sono normalmente presenti dei piccoli cristalli di diversi sali, che vengono eliminati con facilità. Tuttavia, quando le urine sono troppo dense, i sali non si sciolgono. Si accumula allora un materiale detto"sabbia", precursore dei calcoli, in cui i cristalli fungono da nuclei di aggregazione, cioè si avvicinano e si congiungono, mentre al contempo, altre sostanze poco solubili tendono a depositarsi intorno, facendoli ingrandire ulteriormente fino a diventare masserelle dure simili a pietroline (i calcoli, appunto). La formazione di calcoli (calcolosi o urolitiasi) nel porcellino d'india è dovuta principalmente ad alcune abitudini alimentari (dieta ricca di calcio e ossalati e/o ridotto consumo di acqua) e cause genetiche, ma può anche essere conseguente a infezioni renali e delle vie urinarie, . Dove si formano. I calcoli possono localizzarsi negli ureteri, nella vescica, nell'uretra, più raramente nei reni. E' intuitivo che più il calcolo è grande, più facilmente causa dolore e ostruzione, rendendo difficoltosa o bloccando completamente la minzione. Questa evenienza è particolarmente pericolosa per i maschi, che avendo un'apertura uretrale più stretta rispetto alla femmina, hanno maggiore difficoltà ad espellere i calcoli. Attenzione: se la cavia non riesce ad urinare è necessario l'immediato ricorso al medico veterinario! Di cosa sono fatti. Nella quasi totalità di quelli esaminati, i calcoli sono risultati composti quasi esclusivamente da calcite (carbonato di calcio); altri componenti possono essere fosfato e ossalato di calcio e fosfato di ammonio e magnesio (struvite). Gli ossalati, che sono introdotti con le verdure (ne sono particolarmente ricche spinaci, barbabietole, sedano, peperoni verdi e prezzemolo), sono in grado di fissare il calcio, impedendone l'assorbimento e formando un complesso insolubile, appunto l'ossalato di calcio, che tende ad accumularsi nelle vie urinarie formando "sabbia" e calcoli. Frequenza della calcolosi nella cavia. In realtà, la calcolosi nel porcellino d'india sembra essere un evento non particolarmente frequente, con un'incidenza variabile tra 1,3% e 5,2% della popolazione esaminata. Le femmine sono più colpite rispetto ai maschi (75-80% del totale), e in ogni caso sono colpiti gli animali più anziani, in genere ben oltre i due anni d'età. Sintomi e diagnosi. Segni clinici da ricercare sono: difficoltà e dolore nella minzione e defecazione, postura curva e raggomitolata, e la presenza di sangue nelle urine (ematuria). Se la quantità di sangue è piccola, può essere dimostrata solo analizzando il sedimento urinario. L'ematuria può essere però un segno di infezione del tratto urinario. Anche la cistite non sempre è associata alla presenza di calcoli nella cavia. A volte la presenza di calcoli è già evidente con la semplice palpazione, ma una radiografia, o un'ecografia, ne consentirà certamente l'identificazione. Terapia della calcolosi. Talvolta la cavia riesce ad eliminare i calcoli con le urine. Diversamente, il medico veterinario dovrà procedere alla rimozione chirurgica. All'intervento dovrà seguire un trattamento con antibiotici, per prevenire l'insorgenza di infezioni batteriche nell'animale operato e una dieta a basso contenuto di calcio. E' anche consigliabile ripetere la radiografia entro un paio di mesi dall'intervento. Purtroppo nella cavia l'urolitiasi può essere ricorrente, e richiedere più interventi nel tempo. L'analisi della composizione dei calcoli estratti è importante per suggerire variazioni nell'alimentazione dell'animale, al fine di evitare, o ritardare, la formazione di ulteriori calcoli. Oltre a limitare l'assunzione degli alimenti molto ricchi dei tre elementi fondamentali costituenti i calcoli e cioè calcio, fosforo e ossalati, le cavie che soffrono di calcolosi dovrebbero bere molto (l'acqua diluisce i minerali, che vengono così espulsi molto più facilmente assieme alle urine); in alternativa si potrebbe aumentare l'apporto di liquidi per via sottocutanea. Prevenzione della calcolosi. La formazione di calcoli è un processo che richiede molto tempo per diventare evidente: come sempre, quindi, è meglio prevenire che curare! Il calcio è importante nell'alimentazione della cavia e degli animali in genere (inclusi gli umani), ma un eccesso di calcio può avere effetti dannosi. Una buona dieta è utile per prevenire la formazione di calcoli, in particolare scegliendo verdure con contenuto di calcio non eccessivo, o meglio ancora, con un corretto rapporto calcio:fosforo (Ca:P). Il rapporto ideale dovrebbe essere tra 1,5:1 e 2:1, ovvero il contenuto di calcio dovrebbe essere il doppio o quasi del contenuto di fosforo. Un rapporto particolarmente squilibrato a favore del calcio o del fosforo, può contribuire alla formazione di calcoli di carbonato o ossalato di calcio e di fosfato di calcio, oltre a favorire la demineralizzazione delle ossa, particolarmente delle mascelle, che può determinare problemi dentali. Tra le verdure con elevato contenuto di calcio e rapporto Ca:P in eccesso di calcio, possiamo citare: la barbabietola (138 mg di calcio in 100 grammi, rapporto Ca:P=3:1); il cavolo cinese (105 mg, 2,8:1); la cicoria (100 mg, 2,1:1); il prezzemolo (138 mg, 2,4:1); il tarassaco o dente di leone (187 mg, 2,8:1). Cavolo e crescione hanno un notevole contenuto di calcio (rispettivamente 135 e 120 mg) che è però sufficientemente equilibrato da quello di fosforo (Ca:P=2:1) I broccoli, invece, hanno un rapporto Ca:P sbilanciato a favore del fosforo (0,7:1) così come i carciofi (0,5:1), le carote (0,6:1), il cavolfiore (0,5:1), la lattuga romana (0,8:1), i peperoni (0,5:1), i pomodori (0,2:1), il radicchio (0,5:1), la zucca (0,5:1) e le zucchine (0,4:1). Senza voler demonizzare la somministrazione di questa o quella verdura, magari molto gradita alla nostra cavia, si vuole sottolineare l'importanza di un'alimentazione attenta e variata. La cavia assume i sali necessari al suo metabolismo attraverso un'adeguata alimentazione a base di verdure: è pertanto sconsigliabile mettere a disposizione della cavia quelle mattonelle di sale che si trovano in commercio, che potrebbero determinare un eccesso di sali. Il calcio negli alimenti è solo uno dei fattori che contribuiscono all'urolitiasi nella cavia. Un altro fattore importante è il ridotto consumo d'acqua: le urine si concentrano e i sali tendono a precipitare e a cristallizzarsi. Le verdure consumate hanno comunque un elevato contenuto in acqua (fino al 95%). Riferimenti bibliografici (in ordine cronologico). Peng X, Griffith JW, Lang CM. Cystitits, urolithiasis and cystic calculi in ageing guineapigs. Lab Anim 1990; 24: 159-163. Fehr M, Rappold S. Urolithiasis in 20 guinea pigs (cavia porcellus). Tierarztl Prax 1997; 5: 543-547. Hawkins M et al. Composition and characteristics of urinary calculi from guinea pig. Journal of the American Veterinary Medical Association 2009; 234: 214-220. Questa scheda è stata sottoposta alla cortese supervisione della dottoressa M. Martinelli, medico veterinario associato alla Società Italiana Veterinari Animali Esotici (SIVAE). -
La Carta dei Diritti della Cavia � frutto dell�iniziativa degli iscritti alla mailing list del sito Amicacavia, dalla quale � scaturito un documento che non esito a definire innovativo e rivoluzionario. A mia conoscenza, negli altri siti caviofili non esiste al momento nulla di cos� articolato come questo documento. Carta dei Diritti della Cavia. La cavia, o porcellino d�india, � un animale molto evoluto, e come tale ha una sua dignit� che deve essere rispettata dagli esseri umani. Tutte le cavie hanno lo stesso valore in quanto individui. La cavia � stata addomesticata dall�uomo al ruolo di animale da compagnia, dipende quindi dall�uomo, ed � pertanto responsabilit� dell�uomo quella di provvedere in modo appropriato al suo benessere fisico e psichico. La cavia ha esigenze diverse da quelle di altri animali da compagnia, quali il cane e il gatto, e richiede un approccio specifico. Il proprietario deve controllare lo stato di salute della cavia, che in caso di malattia deve essere curata da un medico veterinario esperto in animali esotici. La cavia � un animale altamente sociale: per questo motivo si sconsiglia di tenere una cavia sola e si invita ad affiancarle altre cavie per favorirne il massimo livello di interazione e stimolo. Anche l�interazione con le persone che la ospitano � necessaria e benvenuta, purch� avvenga nel rispetto della sua natura, e particolarmente della sua timidezza. Le cavie che vivono nelle nostre case hanno esigenze diverse da quelle delle cavie che vivono in natura; non � giusto che l�uomo le faccia riprodurre per il proprio piacere o per scopi commerciali, anche in considerazione dello stress psicofisico e dei rischi per la salute della madre. Il sito Amicacavia si propone di formare e diffondere una coscienza sempre pi� rispettosa delle cavie in particolare, degli animali e della natura in genere. Il sito � impegnato a favorire l�adozione di quelle cavie, purtroppo molte, affidate alle associazioni, che hanno bisogno di una casa e di un affetto.
-
Buongiorno Isabella Benvenuta a te e a Bubu!!! Poich? frequento molto poco questa sezione, colgo l'occasione per porgere il mio benvenuto anche a tutte le persone che si sono recentemente iscritte e ai loro pelosi.
-
Ciao Gloria Leggo soltanto oggi questo topic. Complimenti per la tua scelta, ? bellissimo!
-
Ecco, mi riallaccio alla mail di Fatamorgana e a quella che ho appena postato nella sezione "pro-adozioni". Quando con Lucia abbiamo comprato la prima cavia, Tatina, di meno di un mese, in un negozio, l'abbiamo portata a casa senza sapere praticamente nulla sulle esigenze di questo animale. Ci era piaciuto quel musino, e l'abbiamo presa pensando che fosse un po' come i criceti. Il negoziante ci aveva dato come cibo la solita scatola contenente cibo "secco", tra l'altro un prodotto che oggi non d� neppure come snack ai miei piccoli, tanto � mal formulato. Solo qualche giorno dopo tornando al negozio per comprare qualcosa, la moglie del negoziante ci ha detto: "Guardi che dovete darle la verdura, altrimenti vi muore!" E' vero che mi ero proposto di documentarmi a brevissimo su internet, per� ho rischiato di perdere la mia prima cavietta. E penso che un'esperienza simile possa essere capitata anche ad altre persone. Ora, sarebbe bello se tutti ci documentassimo prima dell'acquisto (o adozione), ma magari si pensa che possano essere sufficienti le informazioni fornite dal commerciante. Non intendo demonizzare la categoria, ci sono persone degnissime, ma anche qualche persona non proprio competente. Se uno non ha di proprio l'intelligenza e la sensibilit� per documentarsi prima, corre un rischio. L'ideale sarebbe che ci fosse una corretta informazione, proveniente da veterinari, associazioni e siti seri, diffusa capillarmente, tale che tutti si conosca gi� "pi� o meno" le esigenze di questo animale. Al momento del mio acquisto, quasi tre anni fa, io non avevo queste informazioni, e temo che ad oggi la cosa non sia molto cambiata. Ovviamente diffondere un'informazione, anzi una cultura, rispettosa di questi animale e della Natura in genere non � cosa facile, e le associazioni poco possono fare di proprio, non fosse altro per la cronica scarsit� del vile denaro! Ecco, ho postato una mail parecchio incasinata. Alla fine voglio solo dire che sta anche a tutti noi, nel nostro (molto) piccolo farci promotori della cultura in questione, perch� non abbiano a ripetersi certi episodi spiacevoli, e sperando che un giono non esista pi� il negozio che "vende" animali!
-
Ciao a tutti! Ora che l'adozione di Tiberio si è felicemente conclusa, vorrei condividere con voi la mia esperienza. L'adozione è stata organizzata dalla Vale, che ha un subdolo talento nel rifilarti qualche peloso (per fortuna loro!). Il caviotto proviene da Bergamo o Brescia dove credo che fosse in affido a Francesca, è stato portato fino a Milano da Silvia, e da lì ha preso il cavia-express, ovvero è stato portato vicino a Genova dalla cara Gloria, volontaria che si occupa prevalentemente di conigli. Io ho solo dovuto dargli un alloggio e la compagnia di Nerone. Tiberio è un piccolino bellissimo e simpaticissimo, molto ciarliero, ora ha quasi due mesi. Con Nerone, che ha poco più di un anno, non ci sono stati problemi particolari. Il piccolo cerca il grande per giocare con lui, e il grande lascia fare (quasi sempre). A volte ha l'aria di dire: "Ma chi l'ha mandato questo, che stavo così tranquillo?" Appena trovo una gabbia di dimensioni adeguate li metto insieme, nel frattempo li lascio uscire contemporaneamente per continuae a fraternizzare. Cosa posso dire di questa mia prima esperienza di adozione a mezzo associazione? Innanzitutto la cosa è stata realmente facile. Non avevo ancora fatto in tempo a dire OK che mi sono trovato il topino quasi sotto casa. Meglio di così! Poi, l'esperienza di adozione è stata molto gratificante. Devo dire che fino a quasi un annetto fa sarei andato in negozio per scegliere la cavia "più bella" (o il criceto, o il coniglio...). Ora per fortuna so che: a pelo lungo o corto, lisce o abissine o peruviane, in salute o deperite, sono comunque tutte creature dolcissime e simpaticissime, meritevoli di tanto amore. Vale mi ha più volte proposto le foto di alcuni "orfanelli", ma io le avevo detto che non desideravo assolutamente scegliere; ha scelto lei, e la ringrazio, anche perché è proprio carino. Ma qualunque fosse stata la scelta sarei stato felice lo stesso. Posso comunque capire che l'inizio dell'avventura con le cavie possa nascere proprio in un negozio, come è stato per me. L'esigenza di documentarmi è arrivata dopo, così pure la scoperta che esisteva il mondo delle adozioni, e ancora dopo il desiderio di adottare. Vedo però talvolta nella mailing list richieste di informazioni da parte di persone che non hanno ancora una cavia, ma desiderano averla, e si documentano prima. E' proprio una bella cosa, e ci dice che ci sono molte persone intelligenti e, forse, che la cavia comincia a non essere più uno sconosciuto componente del mondo animale. Di questo dobbiamo ringraziare le persone delle associazioni, come tutte quelle che ho menzionato prima, e un po' anche noi stessi che frequentiamo i Forum e le ML, e che contribuiamo a diffondere il rispetto per le cavie, per il mondo animale in generale, e in definitiva per la Natura, uomo compreso.
-
Carinissima!!! Proprio un bel ricordo del Grande Porcello! Grazie Caviosaggi!
-
Ho trovato la sorpresa! Anche i Caviosaggi hanno lasciato il loro saluto in bacheca. Ma che carini! Allora... alla prossima cari Caviosaggi.
-
EVVIVAAAAAAA MEZZA PATENTE E' GIA' NELLA MIA TASCA!
paolo ha risposto a caviafelice nella topic Di tutto un pò! Off Topics
Evvaiii!!! Un'altra patente che si avvicina! Bravi tutti! -
Ma che musetti meravigliosi! Benvenuta nel Forum! E non scordare che il sito ha anche una mailing list. Ciao ciao
-
Rudy ? proprio carinissimo! Come tutti gli altri albini che ci sono stati presentati.
-
Cavionews n? 53: ... Ultimi saluti, i Caviosaggi
paolo ha risposto a CavioSaggi nella topic Cavionews
Mi diverte molto l'immagine di Caviogrigio che sbuffa per la fatica di mettere in valigia il suo voluminoso e incompleto trattato sulla forfora della cavia. Scherzi a parte: grazie Caviosaggi e grazie Gustavo per quello che ci avete dato in questi giorni, e che ci ha certamente arricchiti un pochino! -
Cara Mara, grazie per il tuo bellissimo intervento. Ecco, il quesito che subito mi sorge �: dove si tengono i corsi? E' possibile che si possa accedere in ogni citt�, o la possibilit� � limitata ad un numero ristretto di localit� (e insegnanti)? Ovviamente avrei potuto ricorrere ad internet, ma come ha detto in precedenza Valentina, approfittiamo del parere di un esperto per avere informazioni sicuramente attendibili. Un abbraccio.
-
Bene, eccomi qui. E' probabile che in fine settimana riesca a portare a termine l'adozione di un amichetto per Nerone. Appena potr� vi racconter� la mia esperienza.
-
Purtroppo io ho potuto leggere solo adesso la descrizione della serata finale. Veramente simpatica, con i giusti riconoscimenti per tutti. Tutti bravi e un bravo particolare al capricornino Poldo! Bravo anche Gustavo e grazie ai Caviosaggi che hanno organizzato la manifestazione. A quando la prossima edizione?
-
Si, si, giusto quello che hai detto. Anche a me interessa. Sentiamo direttamente il parere di una persona competente!
-
Cavionews n? 50: ... CI SIAMO!!!!!!!!!!!!!!!!!!
paolo ha risposto a CavioSaggi nella topic Cavionews
Un appello a Poldo e Diana, tutti insieme: DISCORSO DISCORSO DISCORSO DISCORSO ...!!! -
Buongiorno a tutti! Da una parte c'? il dispiacere per il termine della manifestazione, dall'altra l'attesa per la festa di questa sera. :'( Mi riallaccio a quanto ha detto Giaggiola, sulla presenza in Forum. Io provengo dalla ML di Amicacavia, e sono diventato attivo in Forum solo in occasione del Grande Porcello. Nel frattempo ho esaminato con interese anche gli altri topics del Forum. Mi propongo quindi, appena sbollir? l'eccitazione per questo evento, di condividere impressioni sui ruoli di ML e Forum all'interno del sito. Un abbraccio a tutti, e un bacino a rtutti i pelosi!
-
Cavionews n? 50: ... CI SIAMO!!!!!!!!!!!!!!!!!!
paolo ha risposto a CavioSaggi nella topic Cavionews
Bravissimo il piccolo Poldo, che ? stato in testa alla classifica dall'inizio alla fine, dimostrando di meritare veramente il titolo! E bravi tutti i porcellini, e gli umani che li hanno accompagnati! E ora... tutti alla festaaaaa... !!!