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Tutti i contenuti di paolo
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Achillea o Millefoglie Achillea millefolium ing: yarrow fr: achillée millefeuille sp: milefolio L'achillea è una piantina molto comune nei prati di tutta Italia. Può avere fiori bianchi o rosati ed è molto facile da riconoscere. E' un’erba da prato commestibile, diffusa in tutte le regioni italiane. Un consumo elevato può dare alle urine una innocua colorazione marrone scuro.
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Acero Acer campestre ing: hedge maple, sycamore fr: erable champêtre sp: ahorn Non costituisce pericolo. A. campestre è diffuso in tutta Italia.
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Queste piante possono essere assaggiate senza problemi.
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Piante da evitare assolutamente.
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A queste piante occorre prestare attenzione o consentire solo assaggi moderati.
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Quesito n.10: Nell'alimentazione della cavia è meglio limitare le verdure a foglia rossa o scura? Le verdure a foglia rossa o scura, così come la carota e la frutta a pasta gialla (pesche e albicocche), sono ricche di beta-carotene, il precursore della vitamina A. Mentre il nostro organismo converte in vitamina solo la quantità di precursore necessaria, quello della cavia (e del coniglio) converte tutto il beta-carotene disponibile. In natura il meccanismo è utile per sfruttare al massimo le risorse di un'alimentazione spesso povera, ma potrebbe sovraccaricare il metabolismo dell'animale domestico, causando danni epatici. Per questo motivo è opportuno che la verdura a foglia rossa o scura costituisca solo una parte della razione quotidiana dell'animale.
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Cavie in vacanza: i pelosotti di Franci
paolo ha risposto a franci_fra3 nella topic Tante foto per tutte le occasioni.
Ma che carini !!! -
Ciao! Certo che il tuo Gizmo è proprio una sagoma... con lui intorno non ci si deve annoiare mai! Anche i miei sono più pigri, ora che la temperatura è salita e nonostante il climatizzatore acceso in casa. Tiberio si spiaccica sul pavimento, evidentemente più fresco della sua lettiera, e ci si appisola. Il pericolo in esterni, in questi giorni, è il colpo di calore. Se non l'hai ancora fatto dai un'occhiata alla scheda appena pubblicata nella sezione Salute. Se l'aria mitiga il calore e come dici tu il terrazzo è in ombra, perchè non farlo scorrazzare un pochino dentro ad un recinto, sempre vicini a guardia di gatti e uccelli predatori e controllando l'evolvere delle condizioni meteo? Carezze al pelosino!
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... e quello con alcuni nomi di frutta. Vi invito a segnalare errori e a chiedere integrazioni ai nomi già presenti. Dizionarietto frutta.doc
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In allegato trovate il dizionarietto con la traduzione dei nomi di alcune verdure in inglese, francese e spagnolo. Sarebbe stata impresa impossibile senza l'aiuto di Conchita, che ringrazio! Dizionarietto verdure.doc
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Anche io non accedo a facebook, grazie per aver messo quei link, sono foto bellissime! Ti ricordo che in Forum c'è l'iniziativa Quando la cavia è in vacanza: vista la creatività non esitare a partecipare!
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Quesito n.10 (media difficoltà) Nell'alimentazione della cavia è meglio limitare le verdure a foglia rossa o scura?
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Ciao Harley, ben ritrovata! Intanto occorre dire che quel file che avrai visto sulla crescita della cavia è riferito ad un piccolo numero di animali, quindi ha solo un valore esemplificativo. Come tra gli umani, qualche individuo è particolarmente prestante, altri sono di stazza più minuta. Poi, due cucciolate di sette cuccioli significa, probabilmente, tre e quattro rispettivamente; nasceranno dei cuccioli più piccoli rispetto ad una cucciolata di due. Parlando dell'alimentazione: mi sembra sia ottimamente variata, forse potresti aumentare la quantità giornaliera ad almeno 150 grammi, magari 200. Certo, bisogna capire se tutti mangiano allo stesso modo. Per il calo io non starei in allarme, pur controllando sempre: il caldo sta veramente abbattendo tutti, e anche il mio cavio-porcello Nerone ha perso un po' di appetito e un po' di peso. Beh, adesso non aspettare un altro anno e mezzo per farti sentire in Forum... carezze ai tuoi pelosini!
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Come le giornate appena trascorse, anche le prossime saranno particolarmente calde a causa della presenza dell'anticiclone africano sulla nostra penisola. Ho pensato fosse di attualità riunire le informazioni sull'argomento, anche se già note e in parte presenti nella home page del sito. Nel preparare il post mi sono proposto di essere utile ai quattrozampe domestici in generale, non solo alla cavia. Particolarmente in questi giorni, in città o in vacanza, dobbiamo fare attenzione alla prolungata esposizione al sole e al caldo in genere: il rischio si chiama colpo di calore, un problema che interessa noi e i nostri amici animali. In presenza di un calore eccessivo la temperatura corporea può aumentare (ipertermia) perché va in tilt la capacità di termoregolazione dell’organismo. L’ipertermia è una condizione molto pericolosa, una situazione di emergenza vera e propria che richiede un intervento immediato. Il sudore è un meccanismo di termoregolazione presente nell’uomo, ma assente nei cani, nei gatti, nei conigli, nei porcellini d’india e negli altri piccoli roditori, che possono difendersi solo cercando un luogo fresco. Esistono anche dei fattori predisponenti al colpo di calore, quali l’obesità, le patologie delle vie aeree e le malattie cardiocircolatorie, tutte situazioni che peggiorano la capacità dell’organismo di compensare l’innalzamento della temperatura corporea. In genere la temperatura corporea normale dei nostri amici quattrozampe è superiore alla nostra, intorno ai 38-38,5°C; se viene superata anche di un paio di gradi ci troviamo di fronte ad un colpo di calore. Alcune situazioni favoriscono il colpo di calore, come lasciare l’animale chiuso in auto nella stagione calda, anche se l‘auto è all’ombra e la sosta è breve; all’interno dell’abitacolo si raggiungono rapidamente temperature molto elevate, fino a 60°C; o lasciare un cane legato fuori da un negozio, sotto il sole e senza possibilità di riparo all’ombra. Se usciamo con i nostri animali evitiamo le ore centrali della giornata, più calde: meglio la mattina presto e il tardo pomeriggio; va inoltre garantito sempre l’accesso all’acqua fresca e ad un riparo all’ombra. Il porcellino d’india, che ha il corpicino tondo ricoperto di una pelliccia isolante, è particolarmente soggetto ai colpi di calore e in presenza di temperature ambiente superiori ai 26-28°C lo si vedrà sdraiato sul fondo della gabbia o del recinto alla ricerca del fresco, berrà di più e mangerà di meno; se la temperatura sale ulteriormente, il rischio di morte per ipertermia è concreto. Per questo gabbie e recinti non devono mai essere posizionati dietro una vetrata o su una terrazza: i raggi diretti del sole, o peggio concentrati dal vetro, possono essere letali. Evitare anche di alloggiarli in ambienti umidi, quali il bagno e la lavanderia, perché l’umidità peggiora gli effetti del caldo e del freddo. I sintomi del colpo di calore sono la letargia, la respirazione alterata e la perdita di coscienza. L’animale che sta subendo gli effetti del colpo di calore va immediatamente portato in un luogo all’ombra e ben ventilato, oppure è necessario fargli aria. Si deve diminuire la temperatura corporea raffreddando il corpo con panni umidi, particolarmente le zampe e l’inguine (e le orecchie nei cani), magari frizionando le zampine con alcool. Non si deve usare acqua fredda o ghiaccio, perché il processo di raffreddamento deve essere graduale. Mettiamogli subito a disposizione dell’acqua da bere, ma senza costringerlo a bere forzatamente. Appena possibile occorre portare il paziente dal veterinario, perché certe gravi complicanze del colpo di calore possono insorgere anche dopo ore.
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Ben tornata! Buona vacanza alle tue porcelline!
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Ringrazio Conchita per aver realizzato e messo a disposizione del Forum il mini-dizionario cavioso che contiene una quantità di termini e frasi di uso comune nella gestione della cavia. Lo considero un utilissimo strumento per chi, non avendo grande dimestichezza con le lingue straniere (come il sottoscritto), viaggia all'estero con i porcellini al seguito o, semplicemente, trovandosi all'estero desidera scambiare informazioni sul mondo cavioso. Utile anche per chi, pur non muovendosi da casa, viaggia virtualmente sul web alla ricerca di informazioni o scambia post con stranieri. Il mini-dizionario è comodamente stampabile e può essere portato con sé. Ho anche la sensazione che questo dizionario sia destinato ad espandersi, nel numero di vocaboli e nelle lingue prese in considerazione. Grazie ancora!
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Sangue nelle urine.
paolo ha risposto a Bambou nella topic Problemi di reni e dell'apparato urinario.
Ciao Bambou! L'esperienza è molto istruttiva, perché in presenza di sangue nelle urine penso subito ai calcoli. E' pur vero che i calcoli si accompagnano anche a dolore e difficoltà nel fare la pipì. Il fatto che la perdita si sia apparentemente arrestata farebbe escludere anche un'infezione delle vie urinarie. Quindi resta la possibilità di una piccola ferita, la situazione meno grave tra tutte. (sembrerebbe un test di diagnostica differenziale in medicina veterinaria ) Bene, sono contento per la piccola Polly, alla quale mando tante carezzine virtuali. -
Quando dormono? I miei fanno casino sempre! :rotfl:
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I Primati, che comprendono le scimmie e l’uomo, apparvero circa 65 milioni di anni fa e come gli altri Mammiferi erano capaci di sintetizzare l’acido ascorbico, ma qualcosa accadde durante la loro evoluzione, così in alcuni di essi venne a mancare l’enzima GLO, impossibilitando l’ultima tappa della biosintesi dell’acido ascorbico (figura 2). Inizialmente si pensò che la mutazione responsabile dell’inattivazione del gene per l’enzima GLO fosse avvenuta nella stessa epoca nei Primati e nei Cavidi, all’incirca nello stesso periodo in cui si estinsero molte specie, tra le quali i Dinosauri, ipotizzando l’esplosione di una supernova nelle vicinanze del sistema solare che avrebbe determinato, oltre ad un repentino cambiamento climatico, la distruzione della fascia di ozono consentendo una pioggia di radiazioni ad alta energia (raggi cosmici e raggi gamma) con effetto mutageno. Oggi le ipotesi più accreditate per spiegare l’estinzione dei Grandi Rettili (i Mammiferi invece sembrano risentire poco di tale crisi) sono: un deterioramento del clima, con effetti in un tempo relativamente ristretto di qualche milione di anni; e una catastrofe improvvisa, con evento principale nell’arco di qualche migliaio di anni o anche meno, probabilmente la collisione con un asteroide (mentre una supernova potrebbe aver contribuito a causare la più grande estinzione di flora e fauna nella storia del nostro pianeta, che si verificò molto prima, alla fine del Permiano, circa 220 milioni di anni fa). L’assenza della GLO nell’uomo fu scoperta nel 1955 e solo nel 1966 si dimostrò che non tutti i Primati erano soggetti ad ammalare di scorbuto, come si credeva fino ad allora; si scoprì infatti che GLO era attiva nel fegato delle Proscimmie, mentre era inattiva in quello degli Antropoidei. A loro volta gli Antropoidei si differenziarono in scimmie del Nuovo Mondo e scimmie del Vecchio Mondo, che comprendono gli antenati dell’uomo. Ma poiché le scimmie del Nuovo e del Vecchio Mondo sono prive della GLO, mentre le Proscimmie ce l’hanno, la perdita dell’attività enzimatica deve essere avvenuta dopo la divergenza tra proscimmie e scimmie (50-65 milioni di anni fa), ma prima della divergenza tra scimmie del Nuovo e vecchio Mondo (35-45 milioni di anni fa) (figura 4). Comunque sia, quei lontani antenati dell’uomo nei quali si verificò la mutazione vivevano una vita arborea in un ambiente tropicale o sub-tropicale, dove erano sempre disponibili vegetali che fornivano l’indispensabile acido ascorbico. La produzione fisiologica di una sostanza essenziale è sempre inferiore all’ottimale, perché la sintesi della quantità ottimale richiederebbe un impegno metabolico particolarmente oneroso; in quell’ambiente preistorico il meccanismo per la biosintesi non era più necessario, anzi, diventava un ingombro cellulare che consumava energia che poteva essere destinata ad altri scopi; in questo senso la mutazione venne a rappresentare un possibile vantaggio evoluzionistico. Un evento mutazionale analogo si è verificato anche per la capacità di sintetizzare la tiamina (vitamina B1), capacità persa in qualche lontano progenitore dei Vertebrati centinaia di milioni di anni fa. Naturalmente quando gli ominidi lasciarono la vita arborea, spostandosi verso climi più temperati con differenti risorse alimentari il vantaggio acquisito andò perduto; il necessario apporto di acido ascorbico non sempre poteva essere raggiunto e questo ha costituito un grave handicap per l’uomo moderno, almeno fino al riconoscimento della somministrazione di vitamina C come mezzo per la prevenzione e la terapia dello scorbuto, un errore innato del metabolismo dei carboidrati. E’ quasi certo che ulteriori mutazioni sono avvenute nell’uomo e nei suoi immediati predecessori piuttosto recentemente, per favorire la sopravvivenza anche con un apporto di acido ascorbico inferiore a quello fornito da cibi vegetali che ne sono ricchi. Queste mutazioni avrebbero reso possibile un maggior recupero dell’acido ascorbico nelle urine da parte dei tubuli renali e una aumentata capacità di certe cellule di estrarre l’acido ascorbico presente nel plasma. Altri Mammiferi, oltre all’uomo e a certe scimmie, presentano il difetto di produzione dell’enzima GLO: sono il porcellino d’india e alcuni pipistrelli che si cibano di frutta. La perdita della GLO nell’evoluzione del porcellino d’india è un evento relativamente recente, avvenuto meno di 20 milioni di anni fa. In realtà il gene per la L-gulonolattone-ossidasi è presente nell’uomo e nel porcellino d’india in forma di pseudo-gene, mutato e incapace di funzionare. Nel genoma umano tale pseudogene è stato localizzato sul braccio corto del cromosoma 8 (8p21.1) e contiene solo 5 dei 12 esoni (porzioni codificanti) che costituiscono il gene funzionale, mentre nel porcellino d’india ne restano 7. Come abbiamo puntualizzato all’inizio, il ciclo biochimico dell’acido ascorbico è un importantissimo sistema di ossido-riduzione e la sua perdita non poteva essere senza conseguenze nella fisiologia delle specie che ne sono privi; ma per fortuna nel progredire dell’evoluzione altri sistemi hanno contribuito almeno in parte a compensare la carenza. Per contrastare gli effetti dei radicali superossido, pericolose forme reattive dell’ossigeno, interviene un altro enzima, la superossido dismutasi (SOD), che li trasforma in molecole meno pericolose (ossigeno e acqua ossigenata). Guarda caso la SOD non era indotta nei primi Vertebrati terrestri, ma la sua attività è aumentata nei Mammiferi carenti di GLO: c’è infatti una correlazione inversa tra gulono-lattone ossidasi e superossido dismutasi nel corso dell’evoluzione, con attività della SOD particolarmente elevata proprio nelle specie che mancano della GLO. Comunque la SOD non può rimpiazzare completamente GLO; infatti l’acido ascorbico oltre a rimuovere i radicali ossigeno, protegge anche dalla perossidazione lipidica e dalla degradazione ossidativa delle proteine, quindi persiste la necessità di introdurre acido ascorbico con l’alimentazione. In conclusione, l’acido ascorbico differisce dalle altre vitamine perché la maggior parte delle specie animali continuano a produrlo, nonostante la sua presenza negli alimenti naturali. Si deduce che nel corso di decine e centinaia di milioni di anni il quantitativo di acido ascorbico presente nel cibo a disposizione non ha potuto coprire in modo ottimale il fabbisogno e giustificare l’abbandono del meccanismo biologico per la sua produzione. Questa capacità è stata persa in almeno quattro occasioni nella recente storia dei Vertebrati: nell’antenato comune all’uomo e a certe scimmie, nel porcellino d’india, in pipistrelli che si nutrono di frutta e in alcuni uccelli Passeriformi. La mutazione responsabile all'epoca è risultata vincente in termini evolutivi perché gli animali in questione vivevano in un ambiente in grado di fornire loro acido ascorbico in abbondanza.
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Una premessa : le vitamine sono quei micronutrienti essenziali per la nostra salute che devono essere assunti quotidianamente con l’alimentazione poiché non vengono sintetizzati dall'organismo umano. In realtà, la vitamina C è un normale metabolita prodotto dal fegato dei Mammiferi con poche eccezioni (fra le quali l’uomo e il porcellino d’india): per questo motivo nel prosieguo preferirò riferirmi alla vitamina C con l’equivalente termine chimico di acido ascorbico. L’acido ascorbico è una fondamentale sostanza anti-ossidante grazie alla sua capacità di donare e ricevere elettroni (figura 1) L’importanza della funzione dell’acido ascorbico è testimoniata dal fatto che la sua produzione è immediata nel seme che germina e nell’uovo in sviluppo. Gli organismi viventi che non lo producono devono introdurlo con l’alimentazione per non ammalarsi di scorbuto. In realtà lo scorbuto è solo un sintomo della carenza di acido ascorbico, carenza che determina un grave danno ossidativo portando alla distruzione dei tessuti. Il danno ossidativo causato da una carenza pre-clinica di acido ascorbico può essere coinvolto in diverse malattie degenerative quali l’aterosclerosi, l’infarto del miocardio, i tumori e l’invecchiamento stesso. La via metabolica per la produzione dell’acido ascorbico è di origine antica; probabilmente è apparsa quando le forme di vita più evolute erano ancora unicellulari, ben prima che i viventi si differenziassero in piante e animali. Negli organismi superiori la sintesi avviene a partire da uno zucchero: il glucosio (figura 2). Circa 400 milioni di anni fa le piante iniziano a popolare la terraferma, sostituendo una vegetazione sino ad allora costituita da muschi e licheni (figura 3), evolvendosi rapidamente in dimensioni, complessità e distribuzione e innescando un cambiamento lento, ma irreversibile, nell’atmosfera del nostro pianeta. Si pensa che all’inizio del Paleozoico (600 milioni di anni fa) il livello di ossigeno nell’atmosfera fosse solo il 2% (rispetto al 21% attuale), ma questo valore salirà costantemente come risultato della fotosintesi clorofilliana. I primi Anfibi che alla fine del Devoniano (più di 350 milioni di anni fa) andarono alla conquista delle terre emerse si trovarono a passare da una concentrazione di ossigeno nel mezzo acquatico di circa 0,5% ad una terrestre del 15-18%, venendo quindi esposti a valori 30-40 volte superiori rispetto agli organismi acquatici. Ma alla fine del Carbonifero l’ossigeno atmosferico salì addirittura al 35% persistendo per quasi 50 milioni di anni, fino al Permiano, per poi scendere ad un più mite 30%. Queste concentrazioni erano tossiche e fatali per la fisiologia di animali che si erano da poco avventurati sulla terraferma; infatti nel Permiano si è verificata un’accelerata diversificazione delle specie e la più grande estinzione di massa di tutti i tempi e le peculiari caratteristiche dell’atmosfera potrebbero rappresentare una delle cause. Tra i Vertebrati riuscirono a sopravvivere solo quelli che avevano acquisito un efficiente adattamento respiratorio alla vita terrestre e un forte meccanismo di difesa contro la tossicità dell’ossigeno: questo meccanismo fu probabilmente l’espressione nei tessuti del gene per la L-gulonolattone-ossidasi (GLO, vedi il penultimo step della figura 2), indispensabile per poter sintetizzare un adeguato quantitativo di acido ascorbico, vitale anti-ossidante (nei Pesci il gene per la GLO è presente, ma non esprime la proteina). Negli Anfibi e nei Rettili, Vertebrati a sangue freddo, il luogo di sintesi dell’acido ascorbico è il rene, mentre nei Mammiferi, animali a sangue caldo, l’organo deputato alla sintesi sarà il fegato. Il motivo di questo cambio di sede è da ricercare nella maggiore attività dei Mammiferi (apparsi 250-200 milioni di anni fa): in pratica, maggiore è lo stress metabolico al quale è sottoposto l’animale, maggiore la quantità di acido ascorbico da produrre per far fronte ad esso. Il rene, organo relativamente piccolo e affollato, divenne inadeguato a fronte dell’aumentata richiesta e l’evoluzione favorì il trasferimento della sintesi al fegato, l’organo più grande del corpo. Le tracce di questo percorso si trovano in alcuni Uccelli odierni, gli antenati dei quali sono più o meno coevi dei Mammiferi: infatti anitre, piccioni e falchi, ordini piuttosto antichi, continuano a produrre l’acido ascorbico nei reni, mentre tra gli ordini più recenti ed evoluti (soprattutto Passeriformi) alcuni sintetizzano acido ascorbico sia nei reni sia nel fegato, altri solo nel fegato.
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Quesito n.8 Il porcellino d'india ha gli occhi disposti ai lati della testa: come è la sua acutezza visiva? La particolare disposizione degli occhi del porcellino d'india, comune a tutti gli erbivori, consente un arco visivo complessivo di circa 340°, utile per avvertire la presenza di predatori da quasi ogni direzione. Questo tipo di visione favorisce particolarmente la percezione del movimento a scapito della profondità e della valutazione di distanza e altezza. Per questo motivo non si deve mai lasciare un porcellino da solo su un tavolo, una sedia o altra superficie sopraelevata, perchè potrebbe facilmente cadere.
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Grazie per la trattazione, Fatamorgana: bellissimo! Una lettura affascinante per l'argomento e per la passione che hai messo! Certo che in questo Forum si spazia senza soluzione di continuità dalle piccole cose materiali a ciò che è insondabile!
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Cavie in vacanza: i pelosotti di Franci
paolo ha risposto a franci_fra3 nella topic Tante foto per tutte le occasioni.
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Questa mattina 17°C e diluvio universale: ho fatto tutto il tragitto da casa al lavoro, in auto, circa mezzora, sembrava di essere in sottomarino...
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Ciao Silvia, benvenuta! E benvenuti Ciuci e Rocky! Mi fa piacere sapere che riescono a convivere; io non ho avuto la stessa fortuna con i miei Nerone e Tiberio. ':-| Non esitare a porre quesiti e nelle tue ricerche ricorda di usare anche la funzione -ricerca-.